FERMO – Cambiare la narrazione partendo dai dati: le imprese marchigiane, soprattutto quelle che hanno avuto la sfortuna di trovarsi dentro il cratere del terremoto del 2016, hanno voglia di consolidarsi e crescere.
Lo dicono i numeri. E lo dice la capacità cc e hanno dimostrato nell’approfittare di NextAppennino - Fondo complementare aree sisma, con una dotazione di 1 miliardo e 780 milioni di euro, di cui 300 milioni per le Marche. “La Regione Marche ha deciso di cambiare l’approccio ai bandi gestiti da Invitalia e Unioncamere e si è avvicinata alle aziende. Insieme - spiega Andrea Santori, presidente della Svem, Società Sviluppo Europa Marche – abbiamo messo a disposizione di imprese, comuni e professionisti sportelli sul territorio con personale esperto. E di farlo gratuitamente”.
Tre uffici a Fermo, Macerata e Ascoli Piceno che hanno aiutato a non perdere l’occasione per aprire o sviluppare imprese in più settori. “La ramificazione territoriale funziona. Questa breve ma intensa esperienza ci ha spinto a potenziare il servizio. Per questo gli uffici territoriali, inclusi quelli di Pesaro e Ancona, resteranno aperti per svolgere, nei prossimi mesi, una doppia funzione: ascolto delle richieste per non sbagliare la gestione dei fondi europei e assistenza nella compilazione dei bandi”.
La dinamicità del tessuto imprenditoriale è il motivo per cui la Svem, in accordo con la regione Marche guidata dal presidente Francesco Acquaroli, ha deciso di potenziare le strutture decentrate. “Durante le settimane di supporto a privati e amministrazioni nei nostri sportelli, abbiamo anche capito qualcosa in vista dei nuovi bandi europei. Non basta solo la consulenza sulle opportunità, a molti serve un vero supporto nella fase di complicazione, per cui valuteremo, anche con Camera di Commercio, associazioni di categoria ed Enti Locali, forme di assistenza mirata che permetta sia di definire le misure più funzionali al supporto dell’economia e dei Comuni marchigiani, sia di compilare i bandi che speriamo abbiamo meno pagine del solito” prosegue Santori.
Ma sono i numeri la vera gratifica del lavoro della Svem. A fronte di 615 milioni di agevolazioni messe a disposizione, tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, sono stati presentati 2.541 nuovi progetti d’investimento da parte delle imprese, per un valore di 2,3 miliardi di euro e agevolazioni richieste pari a 1,5 miliardi (875 milioni in più rispetto alle risorse disponibili). Tra i progetti presentati, ben 744 riguardano l’avvio di nuove micro e piccole imprese. Le agevolazioni richieste provengono per il 79,3% dal cratere sisma 2016 (60% Marche, 16% Lazio, 14% Abruzzo, 10% Umbria), e per il restante 22,7% dal cratere 2009 dell’Abruzzo.
“Le imprese, soprattutto di dimensione minore, hanno voglia di investire. Questo dimostra anche l’attaccamento che c’è verso le aree interne. Non bastano i contributi, bisogna davvero crederci in un territorio. È ora di cambiare la narrazione, c’è grande vitalità dentro e fuori dal cratere” prosegue il presidente della Svem che ha condiviso la strategia con i vice Tablino Campanelli e Monica Mancini Cilla.
Sono arrivate 787 domande per la misura B1.3.a che riguarda avvio e sviluppo di microimprese: “Investimenti per 153milioni di euro. Tra i settori, manifatturiero e ristorazione rappresentano il 40% delle domande”.
Bene anche la misura legata all’innovazione, con 112 domande e 162 milioni di euro di potenziali investimenti. “Questo bando è che dimostra la voglia di cambiare marcia del nostro sistema produttivo, tacciato di ‘tradizione’ come se questo comportasse il non saper innovare. Con le risorse le imprese potranno inserire consulenti legati al digitale e all’innovazione dei processi” riprende Andrea Santori.
Stesso numero per la misura sulle imprese turistiche, sportive e culturali. Metà delle domande sono di realtà consolidate, numerose quelle femminili e con sede nei centri storici dei comuni colpiti dal sisma. A livello generale, la provincia con il numero di richieste più alto è quella di Macerata (49), poi Ascoli Piceno (34). Ma sono le Marche a stupire con 1313 domande contro, ad esempio, le 211 del Lazio.
Ci sono anche macro progetti, cinque quelli presentati per 85milni di euro di investimenti. “Il punto è che i fondi non bastano, per questo abbiamo intenzione di chiedere di utilizzare anche il fondo di garanzia in modo da non dover ridurre la quota di finanziamento agevolato che raggiunge il 40%” conclude il presidente della Svem.