CREMONA – Che Cremona sia un campo difficile, lo sanno tutti. Palazzetto caldo, tifosi vicini, ma da qui a giocare una gara al limite dell’imbarazzante ce ne passa. Purtroppo, come capita spesso da inizio stagione, la Carpegna Prosciutto regala americani agli avversari.
Pesaro no ha ancora test e gambe per puntare a qualcosa di diverso che no sia la salvezza. Peccato, perché il calendario offriva una chance importante, considerando che domenica prossima a Pesaro arriverà Treviso, ultima in classifica.
Cremona vince, soprattutto convince, e resta in scia con le grandi, la VL riflette sull’approccio, ancora una volta no adeguato, e sui suoi americani. Hanno davvero margini di miglioramento? Perché un McCallum da 4 punti e un Ford da sei sono insostenibili per chi deve salvarsi il primo passibile. Non che Bluiett abbia fatto meglio, i suoi 11 sono quasi inutili.
Il finale è 96-79, con Pesaro che subisce 53 punti in soli due quarti. Niente difesa, ma anche poco attacco. La mano è ibernata, alla fine, con canestri che arrivano a gara chiusa, le percentuali non raggiungono il 40%. Eppure dalla lunetta la Carpegna fa male. Inutile parlare dei rimbalzi, da inizio stagione non c’è una gara in cui ha preso il sopravvento sull’avversario.
Perché Pesaro parte così male? Cosa non funziona nella preparazione delle partite di coach Buscaglia? Se lo chiedono i tifosi, ma forse anche i vertici, costa e Cioppi. Che cominciano ad avere più di un dubbio sugli americani che hanno scelto con Buscaglia.
Nella giornata in cui Mazzola gioca solo 7 punti, il coach a Mockevicius ne concede solo 12. Bastano al pivot per prendere il doppio dei rimbalzi di Totè, che di minuti ne gioca 28. Disastrosa la difesa a zona che Buscaglia ha provato, ha creato quel gap insuperabile. E ha fatto sembrare Simone Zanotti un giocatore Nba. Finisce così, mestamente, con uno pseudo recupero finale (-10) prima del crollo che fa ancora più male.
