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Basket serie A. La Carpegna Prosciutto regala due americani, Venezia ringrazia e vince a Pesaro

8 Ottobre 2023

di Raffaele Vitali

PESARO – In Italia ci sono un paio di squadre che si possono permettere di usare gli americani come cambi. Pesaro non è una di queste. Eppure, coach Maurizio Buscaglia inizia senza Schilling e Ford il match, poi perso 64-76, contro l’Umana Venezia reduce da un incredibile ko in coppa contro i London Towers.

È questo il primo dato di una partita difficile che, nonostante tutto, sembrava andare nel miglior dei modi. Almeno per 5 minuti, quelli in cui Bluiett fa il suo dovere, ovvero il tiratore, Totè non sente il peso dei muscoli di Tessitori e soprattutto Bamforth mostra la sua leadership.

Solo che poi arrivano falli, un paio banali degli esterni e tutto cambia. Perché un vero vice play, è evidente minuto dopo minuto, non c’è e con Tambone in regia la Carpegna Prosciutto va in difficoltà. In contemporanea Venezia inizia a macinare gioco, utilizzando lo strapotere fisico degli esterni, Tucker con due schiacciate stupisce, e dei lunghi, vedi i tap in che Tessitori garantisce a coach Spahija. Che vince anche la partita personale con Buscaglia.

L’allenatore di Venezia è lucidissimo e ha capito bene quando e come intervenire sulla squadra. I time out arrivano puntuali al massimo dopo un paio di azioni senza segnare, soprattutto se per colpa di tiri affrettati o palle perse. È così che ha saputo spezzare ogni volta le folate pesaresi diversamente da Buscaglia che ha scelto, senza raccogliere quanto sperato, di lasciar giocare i suoi anche dopo minuti di apatia totale.

I sussulti pesaresi non sono mai diventati parte di una strategia di gioco, anche perché di gioco se ne è visto ben poco. Anche per merito di Venezia. Ma la verità è che Pesaro ha regalato due americani, per colpa loro e per scelte di Buscaglia che ha preferito schierare Mazzola al posto di Ford, per esempio.

L’ala grande è stato l’oggetto misterioso del match, chi pensava che la nascita del figlio lo avrebbe caricato è rimato deluso. Su Schilling difficile commentare, non ha prodotto nulla di nulla. Zero in ogni casella tolti i due rimbalzi nei nove minuti in cui ha giocato fino a quando la partita aveva un senso. Se questo è un Usa c’è qualcosa che non va. O gioca o si cambia.

Quando Venezia arriva a +21, al pubblico di Pesaro, che si era presentato con una grande coreografia, non resta che battere laconicamente le mani, tanto per tenere il ritmo in vista dei tempi migliori.

Spahija tiene i suoi sempre sulla corda, ancora una volta dopo due errori ferma tutto e la scelta paga. Ha una rosa lunga, la usa al meglio. Pesaro deve decidere rapidamente il futuro di almeno due giocatori. Il pivot è impaurito, oltre che non particolarmente capace. Quando si è trovato dentro l’area marcato da Spissu, play di piccola taglia, anziché schiacciargli in testa, dopo due finte e un palleggio ha passato la palla sulla linea da tre punti. Così non serve, soprattutto in giornate come questa in cui da tre punti, tolte le poco utili triple di Visconti a partita già chiusa, nessuno segna.

C’è poi la questione, più tecnica. Bluiett è chiaramente un tiratore, ma non può inventarsi il tiro. Per cui, o c’è uno schema che gli permette di ricevere con i piedi a posto o si perde la sua forza. A chi spetta farlo? Di certo al coach in settimana, poi a Mc Calum in campo visto che Tambone si conferma un abile palleggiatore ma non certo un creatore di gioco, anche se ha buona visione sui pick&roll.

Il fatto è che il 3 della VL sembra più una buona guardia, ama penetrare, da non dimenticare anche le due stoppate che ha subito, ma mettere in ritmo i compagni è un’altra cosa. Crescerà, come tanti, più che tutti, vista la evidente bocciatura di Buscaglia a Schilling, lasciato in panchina anche a partita finita. Ci vuole pazienza, il gruppo insieme ha davvero giocato troppo poco per avere già un verdetto chiaro.

Tutto da buttare? Di buono, oltre alla pazienza del pubblico che con un minuto di silenzio ha ricordato le vitime di Mestre, c’è l’inizio del terzo periodo, un 8-0 non casuale. Poi è arrivato il time out di Spahija e tutto è finito. Un passo indietro rispetto a Brescia, ma anche la conferma che c’è da lavorare e forse da cambiare. E capirlo già ora può diventare un vantaggio.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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