di Raffaele Vitali
PESARO – Chissà se Pesaro lo capirà che ha tutto per essere grande. Prima lo scalpo della capolista, oggi quello dell’avversaria meno amata, la Virtus Bologna. Una partita incredibile vinta al termine di un supplementare giocato fino all’ultimo decimo. Una gara decisa dal migliore in campo: Andrea Cinciarini. Che dopo aver segnato il libero della vittoria (87-86) fa uno scatto da centometrista, scavalca le prime dieci file della curva, supera la balaustra e si perde in mezzo ai tifosi, a quell’Inferno Biancorosso che ha tanta fame di vittore.
Il colpo d’occhio è quello delle grandi occasioni. Quando arriva Bologna a Pesaro non è mai una partita come le altre. E il match giocato dalla Carpegna Prosciutto lo dimostra. Sarebbe stata una grande beffa se dopo aver giocato bene, lottando, modificando quintetti e guidando il gioco fosse arrivata la sconfitta. Belinelli ci ha messo l’anima per non far gioire il pubblico di Pesaro, ma questa volta il ‘vecchio’ Cinciarini ne ha avuta di più.
Si potrebbe raccontare in tanti modi questa partita, di certo c’è l’anima italiana che è tornata protagonista, in toto.
Perché Visconti, pur non segnando, ha dato quei lampi in difesa di cui la VL ha bisogno. Ed è quello che gli chiede Sacchetti, che ha una gerarchie ben chiara nella sua testa sui tiri. Per cui al numero 9 non resta che diventare una dinamo.
Capitan Tambone ha avuto tanti minuti a disposizione. Ha iniziato non bene, timoroso e impreciso. Il coach però deve aver visto quello che nessun altro riusciva e così l’ha rimesso in campo e li ha messo prima due triple, poi tanto ordine. Terza punta di diamante, Valerio Mazzola. Era la sua partita, da buon ex. Mano fredda, tre conclusioni delle sue sul ferro, la gente che rumoreggia. Ma senza di lui Shengelia faceva quello che voleva e così gli atri lunghi. Per cui, resta in campo nei momenti chiave. Difende, torna a prendere i rimbalzi, 11 alla fine, e mette una grande tripla nel supplementare.
Servito da chi? Dall’uomo in missione dei giornata: Cinciarini. Che no solo si prende il gusto di segnare il tiro libero della vittoria dopo un rimbalzo in attacco a mezzo secondo dalla fine, ma dispensa perle per tuto il match, restando in campo 34 minuti. Alla faccia di chi pensa che sia un giocatore finito.
Cinciarini ha fatto canestro in tutti i modi, in penetrazione, un canestro con virata ha ricordato i migliori settori giovanili, da tre punti e dalla lunetta. Aggiungere 8 assist (superata quota 2mila), ma forse sono pure di più, due palle recuperate e sei liberi. Assist, tra l’altro, che non hanno un solo cliente: perché ha iniziato facendo splendere Totè, partita di sostanza e soprattutto di continuità, poi McDuffie, tripla del supplementare, e infine quel Wright Foreman che per 38 minuti era stato un fantasma.
Ma l’americano è un leader nato, si vede. Ributtato in campo a due minuti dalla fine ha ricucito lo strappo che sembrava decisivo (64-71) e che invece è diventato il trampolino di lancio verso un supplementare praticamente perfetto, giocato senza Totè e contro un Belinelli semplicemente immarcabile (9 punti su 14 sono stati suoi nell’overtime).
Questa è Pesaro, una squadra che trova risorse inaspettate nel giorno in cui le due guardie americane no fanno mai canestro, in cui Ford torna abulico e pauroso e Bluiett fa più confusione che canestro.
Una squadra che, deve averlo capito bene anche Sacchetti visti i minutaggi, negli italiani no ha dei riempitivi ma dei protagonisti. Compito dell’allenatore è capire i momenti, oggi era di Cinciarini, domenica contro Reggio Emilia chissà. L’importante è trovare continuità, gli altri non stanno a guardare, vedi Brindisi che ha battuto Trento.