NAPOLI – Coach Meo Sacchetti una cosa deve averla capita: la Carpegna Prosciutto Pesaro ha più di un problema. E non solo tecnico. Perché bastano un paio di giocate sbagliate di troppo per mandare in totale confusione i giocatori e deragliare subendo una durissima lezione (93-75, ma il divario in realtà è stato ben maggiore).
L’illusione che qualcosa fosse cambiato dopo il cambio di allenatore dura dieci minuti (23-22). Un primo quarto in cui la VL aveva mostrato il suo lato migliore contro Napoli, che è una squadra capace di fare canestro con ogni giocatore, figuriamoci poi con Brown, Pullen o Owens. Che tutto stesse girando bene lo dimostrava l’inizio di Ford, incredibilmente protagonista e preciso al tiro, ma anche la ritrovata bomba di Mazzola dall’angolo.
A questo si era aggiunta anche una bella difesa, con Cinciarini e compagni bravi sui cambi dopo i blocchi. Ma era tutta un’illusione. Il secondo quarto è stata una lezione impietosa di Napoli che ha messo in mostra la differenza tecnica tra i due roster.
Perché puoi anche pensare di giocare in velocità, tirando tanto e sperando che il tuo avversario poi sbagli, ma se i tuoi giocatori non fanno canestro, non c’è Meo Sacchetti che tenga.
L’ex coach della Nazionale dà subito consistenza alle sue parole nel giorno della presentazione: “Farò giocare Maretto e Stazzonelli”. Ed ecco fatto, l’italo argentino parte in quintetto e, nel quarto ideale segna pure la tripla che porta in vantaggio la Carpegna Prosciutto (5-6). Si carica il giovane che poi commette due falli in attacco e deve aspettare un paio di quarti per tornar a segnare. Meno pronto Stazzonelli che nel suo match verrà ricordato solo per un airball e una stoppata subita in contropiede.
Nel secondo quarto, che è quello che decide il match, i pesaresi perdono di vista la retina e smettono di difendere. I piccoli si fanno battere con facilità e dai lunghi non c’è il controllo dell’area pitturata. In dieci minuti la Carpegna Prosciutto subisce 24 punti e ne segna solo 11. Visconti, eroe di tante partite, purtroppo è fuori match, non riesce mai a segnare, che forzi o tiri completamente libero.
Tra l’altro tutti quelli che marca gli tirano e segnano in faccia e questo non aiuta. L’adrenalina di Ford si spegne, Bluiett va a corrente alternata ma non ha una vera alternativa perché Tambone è ancora nel tunnel. Non è bastato per ora l’arrivo di Meo per ricordare al numero 15 che è un tiratore e soprattutto un giocatore che deve essere protagonista in campo.
Cinciarini ci prova, ma anche lui fa fatica anche perché Napoli gli regala raddoppi continui per spossarne il fisico e limitarne la visuale. Anche se la maggior parte delle triple dei compagni nascono da letture rapide del play che ha lasciato la Spagna per provare a ridare fiducia a una squadra in grande difficoltà. Il terzo quarto è una passeggiata per Napoli (69-49) che dopo aver fatto sognare i tifosi con Brown per venti minuti, si affida a Pullen, che si alza dalla panchina ma che a Pesaro, che è in cerca di rinforzi, giocherebbe 40 minuti.
Questo anche per far comprendere la forza di Napoli. Che gioca bene, ha schemi chiari, ottima intesa Micic - Pancotto in panchina, e questo permette anche a Lever di diventare un fattore in attacco e non solo in difesa.
Purtroppo per Sacchetti domenica a Pesaro, dove la squadra è attesa dalla curva in piena contestazione verso la società, arriva l’Armani Jeans Milano di Ettore Messina.
Ci vuole pazienza, ce ne vorrà tanta perché diversi giocatori devono capire cosa significa giocare per Sacchetti. A cominciare da Totè, che deve corre di più, ma soprattutto deve lavorare di più in difesa, altrimenti la mossa di inizio secondo quarto, con Ford (dimenticato per troppi minuti come accadeva con Buscaglia nelle uniche giornate positive) e Mazzola da lunghi potrebbe diventare una costante più che una possibilità.
Da dimenticare in fretta l’ultimo quarto, che è stato indegno per una squadra che deve dare un segnale al suo pubblico. Perché un conto è perdere, un conto è essere asfaltati con tanto di rimbalzo offensivo e canestro di Saccoccia per il 91-61.
Ma questa Carpegna Prosciutto è corta, stanca, demotivata e priva di un leader offensivo. Bamforth non rientrerà ancora per un po’, il mercato è una incognita, perché qui servirebbe più di un innesto. Non resta che lavorare in palestra e, checché ne pensi coach Sacchetti, iniziare a difendere perché fare canestro è veramente difficile.
r.vit.