PESARO - Povero Marko Tusek, poveri 4mila tifosi. Resta solo amarezza sul parquet della Vitrifrigo Arena dopo il nuovo ko della Carpegna Prosciutto in casa contro la Tezenis Verona (63-73). Una brutta partita, controllata da Verona per venti minuti, ripresa da Pesaro e infine ceduta a coach Ramagli nel momento decisivo. Tra l’altro, come spesso accade, a dare il colpo di grazia alla VL non è mai la stella della squadra. In questo caso, la tripla decisiva che taglia definitivamente le gambe è quella di Faggian.
La A2 si conferma il campionato paludoso previsto, quello che in troppi in società hanno sottovalutato lasciandosi andare a proclami anticipati. È ormai evidente che avesse ragione coach Sacripanti, ovvero chi ha costruito la squadra, quando parlava di almeno otto formazioni d pari livello. Al momento, classifica alla mano, sono molte di più, ma è anche vero che i biancorossi sono palesate in difficoltà mentale ancor prima che tecnica.
Pesaro crolla quando le giocate si fanno decisive. Tema questo che il neo coach Spiro Leka dovrà affrontare con molta attenzione. E dire che tuti pensavano di aere una squadra con più leader e più go to guy, invece il pubblico si ritrova con un gruppo molle, che difende poco e tira peggio.
“Dobbiamo capire che è necessario lottare per 40 minuti, altrimenti si fa dura, il cammino è lungo ma dobbiamo capire alla svelta che tipo di campionato è quello di A2. È necessario essere in grado di gestire la pressione” sottolinea a fine gara Spiro Leka.
Ancora una volta a guadagnarsi la pagnotta è Ahmad, lo splendido solista che quando no sa cosa fare gioca da solo e punta il ferro. Che trova con facilità. Diversamente dal suo compagno di passaporto, King, leggero e decisamente senza un ruolo.
Resta però una questione: quale è il problema di Imbrò e Zanotti? Una gara si accetta, due anche, ma qui le prestazioni insufficienti cominciano a essere troppe. Pubblico e appassionati pesaresi ogni domenica si trovano a fare scoperte di giocatori sconosciuti, quasi tuti i taliani. Probabilmente non verrebbero notati se quelli di casa giocassero degnamente, ma i minuti in campo di Imbrò come play sono un problema, così come la difesa dei compagni sui piccoli di Verona, che si chiamino Penna o Pullen.
Quando a fare canestro è un uomo solo, qualunque allenatore trova le contromisure. E così fa Ramagli con Ahmad, che viene letteralmente cancellato dal campo. Qualcosa producono gli altri, inclusa la tripla di Zanotti, fino a quel momento un fantasma in campo, che dà l’ultima speranza.
Non hanno gambe gli uomini di Leka, arrivano sempre dopo, e al momento anche poco cuore. Ed è questo che fa infuriare i tifosi. Come risollevarsi? La squadra andrà ritoccata, è inevitabile, sta a Valli e al consorzio capire come e con quali risorse.
Tra l’altro, l’A2 non è come al piano di sopra che comprima americani come noccioline, qui servono italiani forti e purtroppo i pivot sono stati tutti lasciati andare via seguendo la convinzione del coach precedente che a basket si può giocare anche senza centro. Magari alla playstation.
r.vit.