FORLI’ - Se Magro in dodici minuti fa più di Zanotti e Quirino De Laurentiis messi insieme, Pesaro un problema serio ce l’ha. E lasciamo perdere l’abulia di Matteo Imbrò, che è chiaramente in un momento di sfiducia, alimentato anche da gestione tecnica e critiche extra campo. Inevitabile il ko a Forlì, un impietoso 71-50.
La Carpegna Prosciutto non è palesemente arrivata preparata alla A2, da diversi punti di vista. Il primo problema è tecnico, la squadra è stata costruita male. Il responsabile non c’è più, per cui ora le conseguenze, e i possibili cambiamenti, li dovrà gestire qualcun altro. Che ha il volto di Spiro Leka. Giacomo Baioni in panchina ci ha provato, ma non ha né potuto né saputo incidere.
Il primo quarto è stato imbarazzante. Il 13-3 inziale davanti a uno stupito Daniel Hackett, che di Pesaro è primo tifoso, ha fatto male anche ai tifosi che non hanno esitato ad affrontare la breve, ma pur sempre infrasettimanale, trasferta.
La seconda gara da zero di Zanotti è inquietante. L’ala grande ha preso cinque tiri in venti minuti, senza segnare mai. Leka dovrà capire velocemente se il problema è lui o chi deve passargli la palla. Pesaro è poco reattiva in difesa, non lucida in attacco, assolutamente indegna sulle palle vaganti e sui rimbalzi che contano. Punti su cui a fine gara si è soffermato anche Baioni che ha ammesso che i suoi “non sono al momento in grado di reggere 24 secondi di aggressività”. Testa e gambe fanno cilecca, per cui anche lo staff tecnico è sotto osservazione e messo in discussione.
Il sussulto del terzo periodo è stato quasi irrisorio, frutto di alcune giocate di Ahmad che si conferma un solista. Il che spaventa, perché per come funziona la A2 non vincerà mai una partita da solo. Basta guardare Forlì che giocando senza un americano, dettaglio da non dimenticare, ha trovato in Parravicini e Gaspardo due elementi da serie superiore.
Non ha gioco la VL, la palla gira lenta, “non siamo creativi” aggiunge Baioni, tano che l’head coach per un giorno gioca senza play per lunghi minuti. Imbrò alla fine arriva a 20, Parrillo si ferma a sei. Difficile pensare di fare meglio se questi sono i cervelli del gruppo.
L’assenza di Petrovic pesa, inutile negarlo, perché sotto canestro manca una vera alternativa e costringe Zanotti a giocare più vicino al ferro, cosa che no gli piace e non gli riesce. Potrebbe compensare con la difesa la difficoltà realizzativa, ma di giocatori che si sbucciano le gambe, cosa che ha fatto con Forlì anche Daniele Cinciarini, se ne vedono poco in maglia biancorossa.
Cambia qualche quintetto Baioni, ma non osa mettere i due pivot insieme, quando sarebbero serviti chili. Bucarelli è involuto, Lombardi è tornato sui suoi livelli, King non si capisce che funzione abbia e così si perde con Ahmad che salva le statistiche ma si allontana sempre più dai compagni.
È lunga e difficile la A2, Rimini è già 5 su 5, la Fortitudo ingrana e le ‘non previste’ fanno sgambetti pesanti, vedi Cividale con Udine e Livorno con Cremona. Servirà pazienza dentro e fuori al campo, altrimenti la stagione del riscatto diventerà quella del rimpianto troppo presto.
Raffaele Vitali