UDINE – C’è solo una cosa che rende una sconfitta peggiore di quel che già è ed è l’illusione di aver vinto. La Carpegna Prosciutto Pesaro ha dominato per 24 minuti, poi si è sciolta come il più bel pupazzo di neve quando arriva il sole. Finisce 83-72 al PalaCarnera di Udine quello che un tempo si chiamava il derby dei cucinieri. Erano i tempi di Snaidero e di Scavolini, tempi che è meglio dimenticare.
Dovrà passare ore davanti al video coach Spiro Leka per capire cosa sia successo ai suoi giocatori capaci di passare dal 39-54 al 54-57 nel giro di pochi minuti. Il primo break sembrava frutto di una scelta sbagliata del coach, con un paio di cambi, tra cui Imbrò in panchina nel momento migliore.
Ma più i minuti passavano e più era evidente che non era una questione di singoli. Perché tutti i giocatori della VL, inclusi i due americani, hanno smesso di fare canestro e soprattutto hanno abbassato le mani in difesa. Certo, gli ultimi dieci minuti del duo Imbrò-Bucarelli sono quelli da non far vedere ai giovani cestisti. Insieme non solo hanno collezionato un incredibile a dirsi 5/22, ma hanno praticamente sbagliato ogni scelta di tiro.
Mancanza di lucidità data dalla stanchezza? A questo punto è una teoria da valutare bene, perché non si può altrimenti spiegare come una squadra che si stava passando la palla, che produceva più assist che palle perse si spenga e non trovi, nonostante i time out chiamati dal coach, una sola soluzione all’improvvisa abulia.
Pesaro aveva iniziato al meglio la partita, inclusa una tripla inaspettata di De Laurentiis che Leka schiera in quintetto al posto di un depresso Zanotti. Il lungo dalla mano morbida giocherà pochissimo, producendo più falli che tiri e rimbalzi. L’attacco, senza l’unico pivot con ipotetici punti nelle mani, si concentra così nelle mani di Ahmad. Che per trenta minuti ha al suo fianco anche il miglior King della stagione.
Ma come se ci si trovasse dentro una favola Disney, l’incantesimo si rompe e i due Usa, dove aver regalato gli ultimi vantaggi del quarto periodo, scompaiono dal campo producendo palle perse, tiri sul ferro e perfino un indegno tecnico dopo schiacciata a partita già finita.
I padroni di casa, diversamente da Pesaro, più passavano i minuti e più trovavano i protagonisti mancati nei primi due quarti, quelli delle percentuali ridicole rese meno decisive dal dominio assoluto a rimbalzo:53 contro 34, il che alla fine significa 75 tiri contro i 60 di Pesaro. Numero che dovrebbe far riflettere la società e il coach che sostengono non serva un lungo in più vista l’assenza di Petrovic.
Il finale è amaro e per certi versi immeritato, ma se passi dal +15 al – 11 di errori ne hai commessi tanti. E la Carpegna Prosciutto, che non ha nulla da Parrillo e Maretto, oltre che da Zanotti, è maestra nel rianimare gli avversari.
Se le gambe sonno queste, c’è di che preoccuparsi. Imbrò, fino a che ha retto fisicamente, ha diretto la squadra, come è calato di intensità ha iniziato a ‘sparacchiare’ da tre punti e ha tolto ritmo ai compagni. King, che sembrava dopo la gara di domenica e l’inizio di partita diventato il giocatore che Sacripanti aveva tanto voluto, è uscito dai giochi.
Ahmad resta lo splendido solista che regala speranze (67-68 con la sua tripla) per poi cancellarle aiutato dagli altri esterni. Leka poteva fare meglio? Di certo la disastrosa prestazione di Bucarelli, da entrambi i lati del campo non giustifica i suoi 26 minuti, ma soprattutto non gli otto tiri tentati e le tre palle perse. Per cambiare, però, serve anche una mano dai giocatori, ma purtroppo questa sera Zanotti e Maretto non sono stati della partita.
Domenica a Pesaro arriva la capolista Rimini, la Vl dovrà fare molto di più. anche perché chi è dietro si è svegliato, vedi Brindisi e Piacenza che con autorevolezza hanno steso Cremona e Nardò.
Raffaele Vitali