CREMONA – Ufficialmente la Carpegna Prosciutto ha perso di due punti. Ma è il modo in cui è arrivata la sconfitta che è disarmante. Per non dire desolante.
Cremona era crollata a -19, sulla tripla di Imbrò che fermava il tabellone sul 19 a 38. Si può perdere una partita così, sapendo che i due punti erano fondamentali per la classifica? Non bastano neppure i regali, vedi Cividale che vince a Bologna o Rieti che ferma Forlì e Avellino che va ko. Pesaro in pochi secondi passa da possibile ottava a sempre più invischiata nei play in.
Pazienza. Mica tanta. Perché la Carpegna Prosciutto ha avuto tutto per vincere. A un certo punto si è fermata, non ha trovato i guizzi di Ahmad e come son scese le percentuali da fuori area ha lasciato spazio al consueto predominio fisico degli avversari. Che però non hanno dominato dentro l’area, sono i piccoli che hanno fatto la differenza, gente come Massone e Polanco.
Certo, Leka ci ha messo del suo questa volta. Bravo in altre partite, più che discutibili alcune scelte tecniche nei minuti più caldi, incluso Bucarelli fuori per lunghi minuti nel finale del tempo regolamentare, o il fatto che dopo due canestri consecutivi di Quirino De Laurentiis nel supplementare, i suoi giocatori smettono di servirlo preferendo inopinati tiri da tre punti senza logica.
Brucia la sconfitta. E brucia perché oltre all’amarezza lascia anche le gambe stanche. La voglia di vincere era venuta fuori minuto dopo minuto, è bastato alzare un pochino l’intensità difensiva che Cremona è passata dall’80 al 40% dal campo. E così la Vl scappava via. Prima di un imbarazzante fine secondo quarto e un pessimo inizio di terzo periodo, condito dal tecnico a Bucarelli.
Lì è iniziata un’altra partita, Pesaro ha cominciato ad avere paura, errori banali, falli in attacco, qualcuno cerchi di capire quale problema ha Petrovic in questo periodo, e forzature. Quando spesso sarebbe bastato andare in area, visto che Zanotti e Quirino non soffrivano Tortù e company. Anzi, l’ex di turno stava anche regalando la vittoria a Pesaro con alcune scelte sbagliate, ma ci ha pensato il lungo cresciuto a Montegranaro, Simone Barbante, a castigare la leggerezza della Carpegna Prosciutto.
Finisce male, dopo un supplementare e la consapevolezza che la VL non ha il ‘go to guy’, visto che quando la palla scotta il tiro se lo prendono un po’ tutti. Potrebbe sembrare una buona cosa, tanti giocatori di carattere, ma sa più di disorganizzazione. E quando i punti contano, questo pesa ancora di più.
Il finale? 91-89 con una particolarità: Ahmad non ha segnato un punto nel supplementare. Anche questo andrà studiato in vista di un trittico terribile di fine stagione regolare contro squadre che la precedono in classifica: Cantù, Udine e Verona.
r.vit.