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Basket. Il sabato maledetto della Carpegna Prosciutto: Pesaro perde a Treviso e vede la A2

30 Marzo 2024

di Raffaele Vitali

TREVISO - C’erano una volta le sfide scudetto tra Pesaro e Treviso, c’è oggi la quasi retrocessione della Carpegna Prosciutto in A2. Il sabato santo ha il ritmo del venerdì di passione, il finale è drammatico e purtroppo domani non ci sarà nessuna resurrezione per coach Meo Sacchetti.

Il baffo più famoso del basket rischia di essere ricordato come l’uomo della retrocessione. Ma in campo non va mai l’allenatore, purtroppo verrebbe da dire pensando al talento e alla grinta che aveva. Il basket è un gioco di squadra, è difficile che basti un solo uomo per vincere una partita. E invece Foreman tale si sente. Solo che non lo è e l’ultima azione d’attacco di Pesaro, con la guardia che palleggia un tempo infinito e poi si inventa un uno contro tre con il risultato di una palla persa, fa malissimo.

Che fosse una gara carica di tensione lo si era capito dopo pochi minuti. Si procede punto a punto, nessuna delle due ha la forza di scappare via. Pesaro perché è legata alle triple, e ne segna tante, Treviso perché invece vive di folate legate al talento del singolo e ai rimbalzi di Paulicap.

A cinque giornate dalla fine, la VL è a sei punti dal primo posto utile per la salvezza. Una enormità. Significherebbe fare un filotto di vittorie e sperare che chi è sopra crolli improvvisamente. Ma Treviso ha giocatori di qualità e carattere. Quello che purtroppo a Pesaro è quasi tutto concentrato in Cinciarini. Non basta il talento, se non hai la forza di usarlo quando il pallone scotta, la sfida salvezza l‘ha mostrato in maniera chiara.

Quel punto a punto inziale è proseguito per 25 minuti. Quando all’improvviso l’unico sussulto di Bamforth, un ex giocatore, vale il 47-52. Qui sono emersi di nuovo i limiti dei biancorossi che perdono palloni e sbagliano appoggi facili. Ci si mette poi anche un ‘non fischio’ degli arbitri  che dopo due minuti davanti al monitor non si accorgono che il tocco che ha mandato il pallone fuori è di un giocatore di Treviso e non di Pesaro.

Ma mai come questa volta i tre in grigio sono stati ininfluenti. I padroni di casa ricuciono e vanno all’ultimo intervallo con tre punti di vantaggio (67-64). Tutto sommato è quanto si potesse sperare, restare attaccati e giocarsela poi nel finale. Ma Bowman ha una idea diversa. Sacchetti ci mette troppi minuti a capire che il quintetto scelto non funziona, manca un cervello e così dal meno due pieno di speranza la Carpegna Prosciutto piomba a -9, affossata dalla guardia di coach Vitucci.

Sembra già finita, ma ci sono cinque minuti da giocare e soprattutto torna in campo Cinciarini che capisce il momento e si mette in proprio, usando tecnica e fisico contro i play avversari. Sei punti in fila che danno una scossa (85-83). Si entro nell’ultimo minuto, Treviso ci prova a far vincere Pesaro, Harrison spara a salve. Il pallone che conta lo vuole nelle mani Foreman, che no capisce però che si può anche passare il pallone e si infrange contro i muscoli dei trevigiani.

Finisce così 93-89 un match che racchiude tutta la stagione di questa squadra che ha più problemi che talento, ma soprattutto che non riesce a dare continuità al buono che sa mostrare. Nel match senza Totè, il puto debole doveva essere sotto canestro. Ma per quanto Ford e Mazzola si siano impegnati, non si può pretendere che oltre a limitare l’immenso Paulicap chiudano anche gli esterni che saltano sempre dopo un palleggio i piccoli di Pesaro.

I falli non sono mancati, ma la difesa resta un optional. Forse Sacchetti  l’aveva pensata così, ha provato a vincerla scegliendo il ritmo di Treviso. Ma ha perso e con lui tutta Pesaro che a cinque giornate dalla fine, nell’anno di Capitale italiana della Cultura, potrebbe dover imparare la cultura della retrocessione.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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