C’è un filo sottile che collega i due ko di Sutor Montegranaro e Carpegna Prosciutto Pesaro. È quello che percorre il quarto periodo. Due squadre crollate sotto i colpi di Civitanova e Fortitudo Bologna. Per le due squadre in palio c’erano punti pensatissimi contro delle pari grado. Ma il tabellone, alla fine, dice altro. Meno 21 per Pesaro (87-66), -15 per la Sutor (67-52). E soprattutto tanta fiducia per due squadre che i critici davano per spacciate ancora prima di iniziare la stagione.
Qui Montegranaro. La Sutor, è evidente, non è una squadra completa. Serve tempo per capire cosa può davvero dare Botteghi, che si è presentato con la fama di tiratore da tre punti e ha chiuso con un pesante 0/4. Ma è chiaro che le sue lunghe braccia saranno utili.
Non fa canestro la squadra di Baldiraghi. Perché? Ci sono solo due risposte: i giocatori hanno la mano storta o gli schemi del coach non aiutano chi sta in campo. Non c’è una terza via, qui non si tratta di sfortuna, quella si può usare come scusa solo se perdi con la palla che entra ed esce dal ferro sul meno due. Bisogna riflettere sulla rosa, capire quanto tempo si vuole dare a questo gruppo per crescere, ai meno esperti del roster di farsi le ossa.
Nelle prime due giornate i gialloblù hanno affrontato team di pari livello e con entrambe sono arrivate pesanti sconfitte. E domenica arriva Ancona, che ha ambizioni d’alta classifica. Se si continua a tirare con il 20%, o poco più, da fuori area diventa tutto più difficile. Alberti resta la sorpresa, le percentuali di Masciarelli il problema, come la partita a due facce di Galipò, bene nella regia, pessimo nella fase realizzativa.
Qui Pesaro. Questione complicata quella della Vuelle. Illusa dalla vittoria contro Trieste, al termine di una partita inguardabile, la Carpegna Prosciutto è arrivata a Bologna. Di fronte una compagine in crisi, probabilmente più povera come budget della stessa Pesaro, ma con una fame maggiore. E soprattutto, con cambi efficaci.
La Vuelle continua a regalare due stranieri. Ha senso? A sto punto, piuttosto che Drell e Demetrio, è quasi meglio lanciare qualche giovane prodotto dal vivaio. E lo sta capendo anche Petrovic, che va un po’ in confusione nei momenti caldi se non lo supporta Delfino. E il capitano non è eterno, a Bologna gioca solo 25 minuti, ma sono comunque i migliori della squadra. Che perde una marea di palloni, frutto di scelte frettolose e di poche idee.
Il problema è che la Fortitudo era l’avversario perfetto per non fermare il buon momento vissuto con Trieste e invece, sconfitta e la notizia che i bolognesi stanno per aggiungere un play americano al roster, mentre Pesaro prosegue con un estone e un brasiliano che per ora non brillerebbero neppure i A2. Non c’è però tempo di piangersi addosso, perché domenica arriva Tortona, neo promossa ambiziosa, ma di certo battibile. Per cui, gambe piegate e concentrazione, le giornate 'no' vanno dimenticate in fretta.
Raffaele Vitali