PESARO - Segna poco la VL e tira peggio. Il 45% da due, il 28% da tre e il 69% ai tiri liberi sono tre numeri che spiegano, asetticamente, perché si perde anche a Milano contro una squadra che era in crisi. Aggiungiamoci le 15 palle perse, tante quanti gli assist, che scendono a riprova del gioco che non c’è.
La gara contro l’Urania ha anche chiarito alcune idee di Leka. Che però alla prima prova non hanno funzionato: Imbrò in panchina, Ahmad in posizione di play-guardia. In un colpo solo si è perso l’ipotetico faro e si è tolta la libertà mentale all’americano, che è chiaramente un solista a cui non si può chiedere di creare gioco per gli altri.
Amarezza a parte per il risultato finale, quello che lascia strascichi è l’analisi di coach Spiro Leka, che con un paio di frasi mette il carico da novanta sui giocatori, mandando così un messaggio anche al presindete Valli e ai consorziati. “Dobbiamo crescere fisicamente, ci sono giocatori indietro”. Uno di questi è Matteo Imbrò e il coach lo chiarisce subito. “Ho preferito giocare con chi si sbuccia le ginocchia. Questa squadra è un cantiere aperto”.
Di solito i cantieri prevedono gente che entra e gente che esce. Da vedere cosa ne pensa chi tiene i cordoni della borsa e soprattutto gli scout della società, partendo da Magi che, lasciato da Sacripanti, dovrebbe trovare alternative a quanto ha contribuito a costruire, non tecnicamente, ma avendo gestito diverse trattative.
“Reggiamo 25’, stiamo cercando la nostra identità e soprattutto la capacità di tenere la pressione alta nei momenti decisivi” prosegue Leka che poi mette un altro carico su chi c’era, ma anche su chi c’è: “Siamo almeno due mei indietro e se come stasera faccio giocare Ahmad da play perdiamo del ritmo offensivo. Crescendo i compagni però saremo più pericolosi. Ma non possiamo neppure chiudere con lo 0/7 di un americano (King, ndr)” la chiosa finale del coach che da domani sarà già in palestra.
r.vit.
