CAGLI – Un messaggio più che simbolico quello che gli industriali di Pesaro e Urbino hanno lanciato ritrovandosi a Cagli per l’assemblea annuale di Confindustria. È da uno dei territori più feriti dall’alluvione che bisogna ripartire, un posto simbolo, per la sua bellezza ma anche per la centralità viaria, visto che Cagli è la porta verso Roma per la provincia più a nord delle Marche.
“Questa parte di territorio soffre più di altre anche il gap legato alle infrastrutture. Nonostante ciò, esprimono un tessuto imprenditoriale molto tenace che cresce e che primeggia nei rapporti internazionali” ha sottolineato in apertura di assemblea la presidente di Confindustria Pesaro Urbino, Alessandra Baronciani.
Un intervento accalorato su collegamenti e giovani, due elementi di cui non si può fare a meno per un futuro ambizioso. Ad ascoltarla, e poi a riempire di contenuti il pomeriggio, il presidente della regione, Francesco Acquaroli. Che solo poche ore prima era a Comunanza, in un’tra area interna che lotta per superare i limiti infrastrutturali e ora economici, vista la crisi della Beko.
“Noi – ha ribadito la presidente rivolgendosi ad Acquaroli – ci aspettiamo che alle imprese delle Marche danneggiate dall’alluvione, gli stessi trattamenti riservati a quelle dell’Emilia-Romagna”.
Ma non solo, perché la Baronciani ha approfittato anche per stilare una lista della spesa credibile: “Non si può continuare a fare finta che in questa regione non esistano le imprese manifatturiere, serve una gestione degli scarti industriali. Ricordiamo che, nel ciclo dei rifiuti, le aziende contribuiscono ad efficientare tutto il sistema impiantistico abbattendo i costi anche per la gestione di quelli urbani, riducendo la Tari per tutte le famiglie marchigiane”.
Secondo punto chiave, le infrastrutture: “Bene la regione sulle strade, ma non c’è nulla sulla ferrovia adriatica. Facciamo un po’ fatica ad accettare che per seguire il consenso dei populismi vengano bloccati progetti necessari a supportare le imprese”. Il riferimento ha fatto pensare alla rinuncia al miliardo e 800 milioni per il bypass di Pesaro che era stato finanziato dal governo Draghi e che la Regione ha stoppato perché non prevedeva un piano completo per tutto il territorio marchigiano.
Il governatore ha preso appunti e poi dialogando con il giornalista Michele Romano ha cominciato a rispondere punto su punto. “Stiamo potenziando le infrastrutture, stiamo lavorando per far crescere il turismo e fr crescer l’aeroporto. Ma so bene che ci sono tante cose da fare meglio. Le risposte si creano con il tempo e con una nuova visione che abbiamo messo in campo. Continuiamo a farlo perché la sfida più avvincente è quella per le Marche, per il rilancio della nostra straordinaria Regione, anche in sinergia con Confindustria e con tutti gli attori del territorio".
Momento toccante è stata la consegna del Sigillo d’Ateneo dell’Università di Urbino, dalle mani del rettore Giorgio Calcagnini, a Pier Giorgio Cariaggi, uno degli imprenditori leader italiani nel campo del cashmere e della lana. "Ricevere il Sigillo d'Ateneo è un onore che accolgo con profonda gratitudine e grande emozione. Un tributo alla storia della nostra azienda, ma anche un incoraggiamento a proseguire nel nostro impegno per l’innovazione, la crescita e il supporto al territorio marchigiano. È una testimonianza del valore del lavoro di squadra, questo riconoscimento dell’Università è uno stimolo ulteriore a guardare al futuro con fiducia e determinazione".
r.vit.