FERMO – L’isola che non c’è del presidente Ferri cresce. merito di una pianificazione che la vede al centro di progetti che coinvolgono Comuni, famiglie e scuole. Il tutto garantito da 60 dipendenti che si muovono tra il centro storico di Fermo e la nuova sede di o nuovo di Civitanova Marche.
Vent’anni di attività nel campo dell’autismo che domani e sabato vivranno un punto molto alto di riconoscimento, e di crescita scientifica, nel convegno che riempirà domani il teatro dell’Aquila da mattina a sera con esperti italiani e internazionali, come la dottoressa Michelle Dunn di New York, una vera luminare nel settore. Merito di partner pubblici ma anche di una impresa come Premiata che è sempre più attenta ai bisogni del territorio. “Per coprire tutto, ci siamo anche autotassati, tutti e i 60 dipendenti ella cooperativa” aggiunge Ferri.
Il tema è ‘Autismo Oggi, presa in carico dei disturbi dalla diagnosi precoce all’età adulta’. Un titolo che ricalca l’attività dell’Isola che non c’è. “Abbiamo risposto alle esigenze del territorio. Tra Fermo e Civitanova abbiamo 80 soggetti autistici, dai due anni ai 35 anni. Vogliamo dare una risposta concreta a 360 gradi” spiega il presidente affiancato dai vertici dell’equipe che con fierezza presenta.
“Siamo entrati due decenni fa in un campo che non conoscevamo, affidandoci agli esperti. Oggi abbiamo equipe super specializzata, ci aggiorniamo con le novità che arrivano dall’America. L’equipe è composta da dieci professionisti e 20 educatori professionali specializzati”.
Il centro di aggregazione per l’autismo coinvolge tre fasce di età: la prima è quella che parte dai primi mesi di vita, prima dei due anni quando si manifestano i primi segnali che il neuropsichiatra individua. “questo permette un intervento precoce e intensivo che permette poi al bambino di apprendere competenze che gli permetteranno di interagire e di arrivare a essere autonomo in età adulta”.
C’è poi la fascia scolastica, che “seguiamo senza ridistribuirli sul territorio, puntando sulla interazione sociale”. infine, la fascia giovane adulto in cui si lavora sulle competenze lavorative. “Viene inserito nel nostro Cser, la cui progettualità è finalizzata al lavoro. imparano a spillare fogli, imbustare lettere, realizzare bomboniere”. Il tutto sempre seguiti dall’equipe.
Ma come si arriva all’Isola che non c’è? “I bambini inviati dai servizi territoriali iniziano un percorso su indicazione dell’Asur, chi arriva su sollecitazione degli insegnati o genitori passa per il nostro centro diagnostico” spiegano i compagni di viaggio di Ferri. Che ribadiscono l’importanza di quanto accade dentro la sede di Fermo. Una presa in carico completa dall’età infantile a quella adulta, che spesso è invece dimenticata.
“Per noi – conclude Calcinaro – è una realtà che arricchisce Fermo. Sono cresciuto con i primi pazienti seguita da mia madre. So quanto è complessa la gestione familiare e la cooperativa ne è un esempio per l’aiuto che dà, ma resta complessa. Bisogna accendere i riflettori e voi lo fate al meglio”.
E lo faranno ancora meglio se andrà in porto il progetto su cui stanno lavorando dentro la cooperativa: aprire una comunità residenziale per dare futuro agli utenti e ai ragazzi che crescendo la famiglia non riesce a gestire.
Raffaele Vitali