PORTO SAN GIORGIO – “Nessun disagio, ma un messaggio che vuole essere chiaro a tutti dietro la decisione di aprire gli ombrelloni alle 930 (domani 9 agosto). L’abbiamo spiegato e ci sono le locandine per farlo capire ai nostri clienti, ma è necessario far capire e trovare comprensione”. Antonio Capacchione, presidente Sib, il sindacato dei balneari, puta sulla condivisione della lotta.
Non sono tutti d’accordo con questa protesta contro l'immobilismo del governo che non sta mantenendo gli impegni presi riguardo al tema delle concessioni demaniali marittime. Uno su tutti è Giuseppe Ricci, presidente degli imprenditori turistici con base a San Benedetto del Tronto: “Il nostro nemico non è il turismo e tantomeno il turista, queste manifestazioni fanno male solo ai nostri clienti e per questo ho deciso di non aderire alla manifestazione dei balneari. Non possiamo lasciare le famiglie, magari con bimbi piccoli, sotto il sole per due ore e forse più. Invito tutti i colleghi a seguirmi nella protesta che ho intrapreso da mesi - dice ancora l'imprenditore - Ogni giorno pubblicate sui social foto e video in cui si spiegano le ragioni della nostra preoccupazione, dobbiamo inondare la rete e raggiunge ogni latitudine, forse così qualcuno ci ascolterà”.
Ma la protesta c’è e riguarda tutta Italia. Anche la riviera delle Palme che è una di quelle con l più alta concentrazione di stabilimenti, 80 su tredici chilometri di lungomare. Chi scende come numero è invece il Fermano, che conta di 71 chalet contro gli 81 di poco più di dieci anni fa. Di certo la Bolkestein no aiuta, basti pensare ad Altidona e Campofilone, i due comuni con il lungomare più vergine e con concessioni pronte che vanno solo messe a terra.
"Voglio esprimere solidarietà agli operatori balneari che il 9 agosto sciopereranno contro l'immobilismo del governo riguardo l'imminente scadenza delle concessioni demaniali prevista per il prossimo 31 dicembre. Purtroppo l'epilogo a cui stiamo andando incontro era largamente preventivabile, frutto del tradimento consumato da tutti i partiti del centrodestra, a partire dalla Lega e da Fratelli d'Italia, che prima hanno carpito la fiducia delle imprese e poi le hanno abbandonate al loro destino. Che prima o poi il momento di applicare la direttiva Bolkestein sarebbe giunto lo sapevano tutti, da Salvini alla Meloni, ma, da bravi demagoghi, hanno preferito cavalcare la protesta, alimentando paure e timori per il proprio tornaconto elettorale”. Le parole del consigliere regionale ed ex sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi. A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi.
Che rilancia la soluzione: “Preso atto che le gare dovranno essere svolte, è necessario che il governo vari immediatamente un disegno di legge che preveda gare tramite la modalità del project financing dove si premi la qualità dei servizi, gli investimenti effettuati, le professionalità acquisite, elaborando contestualmente meccanismi che escludano l'accumulazione di concessioni e, ovviamente, bloccando il rilascio di nuove”.