PORTO SAN GIORGIO – Unanimità. Non c’è colore politico, il Consiglio dei ministri ha approvato sia l’emendamento sui balneari al ddl concorrenza sia il disegno di legge delega. Questo prevede che le concessioni attuali, comprese quelle in proroga, continuino a essere efficaci fino al 31 dicembre 2023. Dal primo gennaio 2024 le concessioni saranno assegnate tramite gara.
Il Cdm prevede una delega al governo Draghi per l'adozione, entro sei mesi, di uno o più decreti legislativi per semplificare la disciplina sulle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative.
Procedure che dovranno assicurare "parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità" e che dovranno essere avviate "con bando di gara almeno dodici mesi prima" della scadenza delle concessioni in essere. Il governo ha poi fissato una serie di paletti e di criteri cui le gare dovranno adeguarsi con tutele per i lavoratori, le piccole imprese e per i gestori che traggono dalle concessioni il reddito della propria famiglia.
“Con questo atteggiamento il governo italiano che ci sta mandando in pasto all'Europa e sta aprendo le porte agli investitori stranieri” il duro commento di Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria.
I CRITERI DI CONCESSIONE
Gli obiettivi della delega sono: assicurare un utilizzo più sostenibile del demanio marittimo; favorirne la pubblica fruizione; promuovere un maggiore concorrenza sulle concessioni balneari. Prevede poi un adeguato equilibrio tra le aree demaniali in concessione e le aree libere o libere attrezzate; affidamento delle concessioni nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità, da avviare con bando di gara almeno dodici mesi prima della loro scadenza; adeguato rapporto tra tariffe proposte e qualità del servizio; migliorare l'accessibilità e la fruibilità del demanio, anche da parte dei soggetti con disabilità; assicurare il minimo impatto sul paesaggio, sull'ambiente e sull'ecosistema.
Dal Cdm escono anche le linee guida per i criteri di scelta del concessionario: esperienza tecnica e professionale già acquisita, comunque tale da non precludere l'accesso al settore di nuovi operatori; soggetti che, nei cinque anni antecedenti l'avvio della procedura, hanno utilizzato la concessione come prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare; previsione di clausole sociali per promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato dal concessionario uscente; divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici.
IL COMMENTO DEI POLITICI
“Il testo approvato dal Consiglio dei ministri è migliorato rispetto alla proposta iniziale, grazie all'accoglimento di alcune nostre proposte. Ora siamo gia' al lavoro, anche con le associazioni del settore, per cambiare e migliorare il testo in Parlamento" promette il senatore Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole e capo dipartimento Turismo e Agricoltura della Lega.
Giudizio positivo anche dal Movimento 5 Stelle che parla di "impianto complessivo soddisfacente e gare formalmente sbloccate". Per il M5S è "importante aver tutelato le aziende familiari e aver inserito la clausola occupazionale".
Secondo il vicecapogruppo del PD alla Camera, Piero De Luca, è "positivo l'equilibrio individuato dal governo sulle concessioni balneari che realizza a nostro avviso, una sintesi ragionevole tra i differenti, legittimi, interessi in campo. Adesso spetta al Parlamento dare il proprio contributo con serietà e senso di responsabilità, senza più bandierine ideologiche, per dare certezza ad un comparto così importante per il Paese".
Forti critiche invece da Fratelli d'Italia che con il responsabile Turismo Gianluca Caramanna parla di una decisione "sconvolgente del governo che ha deciso di condannare un comparto strategico per la nostra nazione come quello dei balneari senza aspettare la discussione parlamentare e in un momento di grave crisi degli operatori”.
Per Fdi, poi, "lascia perplessi e genera sgomento l'atteggiamento di chi, fino a ieri, si professava contrario alla direttiva Bolkestein e oggi, invece, si accoda a questa assurda decisone dell'esecutivo".
redazione@laprovinciadifermo.com