di Raffaele Vitali
PESARO – Seduti, sulle poltrone bianche e rosse, ci sono Ario Costa e Aza Petrovic. Sono le 10.30 del mattino. Orario insolito, ma il futuro si costruisce subito, non dopo. Il coach se ne va, le sue parole sono cariche di amarezza, di delusione umana ancora più che tecnica, verso giocatori che l'hanno tradito o forse mai davvero amato.
Coach Petrovic, come mai è qui?
“Pochi mesi fa, quando ho firmato contratto e mi sono accordato con il presidente, avevamo legato il nostro futuro: due anni più due. Un progetto che immaginavamo largo. E invece…”.
Cosa è cambiato?
“Il nostro mestiere non è sempre prevedibile. Una di queste cose è che dopo queste ultime due gare che la Vuelle ha giocato non bene, penso che il primo che si deve guardare allo specchio è l’allenatore. E nello specchio ho visto qualcosa che non mi è piaciuto”.
Quale è il problema?
“Si può perdere in diversi modi, ma non come è successo con la Fortitudo e con Tortona. Tutto questo mi ha spinto a riflettere”.
Cosa vi siete detti?
“La mia decisione è chiara: interrompo il contratto con la Carpegna Prosciutto. Sono il principale responsabile per le ultime gare. In trent’anni da allenatore ogni mia squadra poteva vincere o perdere, ma mai in quel modo. Non posso accettarlo. Come responsabile devo prendere le mie responsabilità”.
Petrovic, cambierà ora la stagione?
“Di certo è una decisione che potrà riunire i giocatori. Sono passate solo quattro giornate, ci sono tante partite da disputare. Il mio è un messaggio al gruppo, spero che riescano a giocare come squadra, a correre e difendere, a ricostruire una chimica”.
Una ferita per lei?
“Questa è la mia seconda casa, ma in momenti così complicati ho bisogno di dividere le cose di cuore e di amicizia da quelle professionali. Non sono contento di come la mia squadra è stata in campo. Soprattutto, mi ha fatto male che ci alleniamo bene, ci prepariamo e poi entrando in campo si fa il contrario. Ma come si fa a subire 52 punti contro Tortona in due quarti”.
Ma cosa può cambiare senza di lei?
“Spero che si motivino i giocatori, che si sveglino e comincino a giocare insieme”.
Giocatori contro dentro e fuori dal campo?
“Non è qualcosa di particolare, ma posso parlare di dettagli. Per quattro giorni prepariamo la partita. Ci siamo preparati per fermare un giocatore in modo specifico. E i primi cinque punti sono di quel giocatore. Questo cosa significa? Un problema provvisorio. Speriamo. E invece arriva Tortona, di nuovo ci prepariamo e i primi punti arrivano da un solo uomo. Questi sono segnali, qui si fa il contrario di quello che il coach chiede. Questi per me sono stati i primi incubi. È evidente che i miei messaggi non arrivano e in 30 anni non mi era quasi mai capitato”.
Aza, cosa ha detto ai giocatori prima di venire in conferenza?
“Ho chiesto loro un favore, che comincino a giocare come squadra. Prossime due partite casalinghe contro Trento e Treviso vorrei vedere la reazione. Mettersi insieme, perché ora tocca a loro, è l’unica strada. Chi arriverà prenderà decisioni, ma tocca ai giocatori rispondere in maniera degna”.
Il presidente Ario Costa incassa la decisione di Petrovic: “Difficile commentare questo momento. Qui ogni scelta è stata condivisa, non c’è un solo responsabile. Non è scritto che si deve vincere, ma si deve giocare meglio”. Responsabilità condivise, insomma, anche sui giocatori scelti.” Non mi aspettavo il gesto di Petrovic, ha dimostrato di amare la società ancor più che la squadra. Il gruppo non l’ha aiutato, mentre lui ha provato in ogni modo a far emergere le qualità. Poi abbiamo sbagliato, qualche problema c’è. Non è colpa di Petrovic, ma lui è una grande e onesta persona. Qui parliamo di uno dei migliori allenatori d’Europa. Per noi averlo qui era una fortuna e invece rompiamo il 2+2. Devo solo dire grazie ad Aza per quello che ha fatto”.
Di certo ora la società non starà a guardare: “Vogliamo capire dove sta la mancanza di gruppo che abbiamo sperato di trovare. Valuteremo il da farsi. Non ce lo aspettavamo, sappiamo comunque dove andare colpire. Ora sceglieremo un allenatore, facendo con calma. Ma per me il migliore resta questo al mio fianco. Valuteremo tutto e prenderemo la decisione”. Serve un uomo dal polso forte, questo è chiaro e Pesaro non può sbagliare.