Non c’è città che non sia impegnata a ‘ridurre’ gli inevitabili aumenti della Tari. Per tutte c’è una voce che ha impattato: trasporto, quindi carburanti, ed energia. Siccome è una delle tasse che colpiscono di più le famiglie, i Comuni cercano rimedi.
A Fermo, l’assessore Alberto Scarfini, con uno stanziamento straordinario di centinaia di migliaia di euro in favore dell’Asite ha ridotto la percentuale di amenti mantenendola sotto il 5%. “Nelle Marche abbiamo l’aumento inferiore, Ancona cresce del 7%, purtroppo l’inflazione non la governiamo noi ma nostro compito è garantire il servizio ai cittadini senza impattare troppo” ha spiegato in consiglio comunale Scarfini.
A Porto Sant’Elpidio, dove la Tari è una delle più basse della provincia, “l’amministrazione Ciarpella – spiega il consigliere Giorgio Marcotulli - ha stanziato 100mila euro per sterilizzare l’a Tari per le utenze domestiche”.
A Porto San Giorgio la partita è stata un po’ più complessa e il sindaco ha dovuto far fronte a scelte anche strategiche per no arrivare a un aumento del 14%, come da conto economico. “Un aumento frutto – ribadisce Vesprini – della gestione della precedente amministrazione e quindi board”. Sotto accusa c’è un po’ tutto, dal fatto che le isole ecologiche garantiscono una differenziata di minor qualità rispetto al porta a porta, e quindi maggiori costi di discarica, ai mutui cresciuti per pagare sempre le isole ecologiche (da 36mila a 64mila la rata) fino all’aumento del costo del personale.
Per rimediare, l’amministrazione Vesprini ha tagliato sugli stipendi ai dirigenti e ha investito 140mila euro che da solo impatta con una riduzione del 3,5%. Tra una voce e l’altra si è così arrivati all’aumento del 5,5%. “Le tariffe della Tari, frutto delle scelte di questa Amministrazione e dell’attuale governance della Sgds, emergeranno dal prossimo Pef: solo quelle saranno un elemento di valutazione dell’operato di chi attualmente governa la città” garantisce il sindaco.