Giovedì allle 1730 protagonista a Sant'Elpidio a Mare per il Marche Tube X
di Raffaele Vitali
Augusto Marcattili, a Porto San Giorgio Augusto Novecento, è il prototipo del trasformatore di successo, di chi cambia perché curioso, perché pronto ad affrontare il nuovo sapendo usare al meglio il proprio vissuto. Per tutti lui è il camaleonte. E giovedì sarà sul palco dell’auditorium Giusti di Sant’Elpidio a Mare, relatore al Marche Tube X. Appuntamento alle 1730, per vivere 90 minuti innovativi.
Marcattili, ma come si diventa camaleonti?
“Anche per necessità, a volte. Sono un trasformista inconsapevole. Il mio è un modo di pormi alla vita, per necessità, ma perché mi piace sfidarmi e mettermi in gioco. Lo spirito di alzare sempre un po’ l’asticella mi è servito e mi ha permesso di essere attore della mia vita. Sento in me un pensiero ardente e la mente ha un grosso potere che dobbiamo scoprire”.
Cambiare richiede anche capacità di ri-formarsi, non è stancante?
“Si parla tanto di ‘comfort zone’. Lasciarla, qualsiasi essa sia, è stressante e faticoso. La routine ci annoia, ma poi ci sguazziamo. Non è facile cambiare la propria vita. Ci sono dei passaggi: si parte dallo stress, dalla fatica, poi il percorso si schiarisce e tutto diventa più bello. Quante sfide, come quando a 40 anni sono diventato vocalist, l’età in cui in media le persone smettono quel cammino e invece per me sono iniziati anni di successi”.
La trasformazione si sceglie o si subisce?
“Penso proprio che si scelga. Nessuno ci obbliga. Poi cambia il motivo: hai una famiglia e non sei più single e fai scelte per tutti, perdi un lavoro e scopri aspetti di te che non conoscevi e che hanno un grande potenziale. La ricompensa arriva dopo la fatica”.
Nessuno le dice ‘cambi perché fallisci’?
“Credo sia difficile dirmelo. Sono una persona curiosa e parto senza pregiudizi. Sono molto innamorato dei giovani, sono la speranza e il futuro, mi incuriosiscono e sono uno stimolo. Spesso ho il peso del ‘tutto quello che fai ti riesce’. Fortuna, bravura, di certo c’è il risultato che poi convince tutti. Mi metto in gioco, sapendo però che molto spesso con me nel gioco entrano tante persone e quindi mi muovo con grande responsabilità”.
La sua trasformazione è molto personale e umana, ha paura di subire quella tecnologica?
“Timore no, ma solo perché cerco di formarmi. Sono consapevole che stiamo vivendo un passaggio epocale, spaventa il digitale e da qui avere i giovani vicino arricchisce, hanno una grande elasticità mentale. I soldi non sono finiti, si sono spostati, per cui bisogna avere la lucidità per rimettersi in gioco. Ho due figli piccoli, ho il dovere di non invecchiare. Per cui l’AI la vivo come qualcosa di utile, sapendo che non tutti potranno conviverci serenamente senza restare penalizzato”.
Perché venire ad ascoltare lei e gli altri relatori al Marche Tube X giovedì 13 a Sant’Elpidio a Mare?
“Per incamerare energia, succhiare esperienza. Ma anche per divertirsi. Di certo sono uno che ha fatto tante cose e…”.