FERMO – Caccia al piccione. È una vera invasione quella che stanno subendo gli agricoltori. E così, non resta che affidarsi agli operatori faunistici per difendere i campi nelle Marche.
“Servono interventi immediati” aveva detto pochi giorni fa l coldiretti per voce della sua presidente Letizia Gardoni. La richiesta non è rimasta inascoltata: partono azioni di contenimento contro il proliferare indisturbato dei piccioni, vera e propria piaga per la coltivazione del girasole che vede la regione primatista nazionale con circa 950mila quintali di produzione e oltre 43mila ettari coltivati soprattutto nelle province di Ancona e Macerata.
“Alle varie Polizie Provinciali – spiega la Coldiretti - sono stati inviati nei giorni scorsi gli elenchi di circa 400 operatori che hanno frequentato corsi di formazione e sono abilitati al controllo del piccione (oltre che volpi, corvi e storni). Saranno operativi fin da subito nelle province di Pesaro, Ancona e Fermo mentre per Macerata e Ascoli la Regione provvederà a organizzare appositi corsi formativi per l'abilitazione”.
Gli agricoltori, attraverso un'apposita modulistica, potranno richiedere interventi indicando l'operatore prescelto. Resta la possibilità, per l'agricoltore che sia in possesso dell'abilitazione, di intervenire autonomamente sul proprio terreno. Tutti gli interventi dovranno essere documentati alla polizia provinciale che potrà effettuare verifiche dove necessario.
Un intervento sperato vista anche la crescita di valore di questa coltivazione negli ultimi anni e le possibilità date anche dai contratti di filiera (tra Filiera agricola italiana e Olitalia) per la produzione di olio di girasole 100% italiano tracciato dal campo alla tavola. Circa l'80% dei danni causati dai piccioni, gli stessi che popolano le città con i relativi danneggiamenti ai monumenti e i problemi igienici dovuti al guano, secondo dati del Piano Faunistico regionale, riguardano proprio il girasole.