ASCOLI PICENO – Se ne va monsignor Giovanni D'Ercole. Lascia il posto da vescovo di Ascoli Piceno per rinchiudersi in un monastero in Africa.
Le dimissioni sono state accettate subito da Papa Francesco, e questo non stupisce viste anche le posizioni estremamente distanti tra i due. “Una scelta difficile, sofferta ma profondamente libera, ispirata al servizio della Chiesa e non al mio interesse personale” ha detto D’Ercole in un video postato sui canali social della diocesi dopo essersi consultato con la sua congregazione religiosa, la Piccola opera della Divina Provvidenza di San Luigi Orione.
Abruzzese di origine, volto televisivo noto nelle trasmissioni religiose e non, già vice direttore della Sala stampa della Santa Sede, poi vescovo ausiliare dell'Aquila, e da sei anni alla guida dei fedeli piceni.
Il lockdown prolungato della scorsa primavera lo aveva spinto a innescare una dura polemica con il Governo. “È un diritto per la gente andare in chiesa, per cui è un arbitrio, una dittatura, quella di impedire il culto” aveva detto in un video indirizzato al presidente del Consiglio Conte. Parole forti, lontane anche da quelle del Papa che invece invitava alla prudenza e al rispetto delle regole.
“La pandemia del Covid-19, ha fatto crescere in me inquietudine” ha ammesso, senza però citare la vicenda di cronaca in cui è rimasto coinvolto, a giugno, un sacerdote della Curia ascolana indagato per la detenzione di materiale pedopornografico e trovato in possesso di cocaina nascosta nella teca eucaristica. Era stato il vescovo ad accoglierlo ad Ascoli, dopo che il sacerdote era stato coinvolto in vicende analoghe in Umbria e dopo un periodo di recupero, dandogli una seconda possibilità.
“Ho cercato di assumere in modo pieno la mia responsabilità di vescovo guida della diocesi, mai girandomi dall'altra parte. Tutto questo mi ha però logorato e ha suscitato in me domande più profonde sul mio ruolo di pastore” ha ribadito lasciando il suo posto di vescovo.
Un vescovo presente, non di quelli che restano nell’ombra. Ha usato la sua forza mediatica nei giorni post sisma, mettendoci la faccia per Arquata e i tanti rimasti senza casa.
Nel suo futuro c'è l'Africa. E un monastero: “Torno dove ho iniziato il mio sacerdozio, per immergermi in un totale clima di preghiera e di contemplazione. Credo che in questo momento il soccorso debba venire da Dio, implorato con intensa preghiera”. Nell'accettare la sua rinuncia, il Papa ha nominato oggi amministratore apostolico della diocesi di Ascoli Piceno monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti.