PORTO SANT’ELPIDIO – Ettore Belmondo, attore di livello nazionale, e Paolo Mattiozzi, imprenditore: la strana coppia lancia un nuovo e ambizioso progetto, dal titolo Area Cinema, che ha come base Porto Sant’Elpidio.
“Uniamo due mondi, quello dell’artigiano e quello del cinema” spiega Mattiozzi,titolare di Studio Immagine . L’obiettivo è far comprendere il valore della narrazione a un territorio abituato a basare la sua vita sulla produzione.
“Negli ultimi quatto anni ho frequentato le Marche, insegnando recitazione. Ho capito che i ragazzi hanno opportunità di formarsi nelle Marche, ma poi cosa accade? Come usare la formazione? Manca il tessuto sociale che chi vive a Roma o Milano hanno”.
Per un attore che studia nelle grandi città, “è normale creare piccoli gruppi per cortometraggi o piccoli spettacoli di teatro. Invece nelle Marche c’è una base sparpagliata, con poca conoscenza e spesso conflittualità. Se dovessi formare una troupe nelle Marche – precisa – avrei un problema a individuare rapidamente le persone utili a un film”. Dagli assistenti alla regia, al fonico, al montatore, fino all’attore non è semplice creare una unità operativa. Belmondo proverà a cambiare lo stato attuale.
“Ho conosciuto Paolo, volevo raccontare le attività imprenditoriali, cosa che si fa spesso in America. Spiegare cosa c’è dietro una impresa, mi sarebbe piaciuto farlo in Italia, andando oltre Olivetti e Mattei” prosegue.
Una regione da 1,5 milioni di abitanti, con un territorio ricco di imprese piccole, medie e grandi. “Ho notato le differenze tra nord e sud della Regione. E soprattutto nella parte meridionale serve una realtà forte che punta sull’audiovisivo. Che ritengo sia un ponte tra i due mondi, visto che le imprese hanno bisogno di attività audiovisive, il cinema ha bisogno di risorse”.
L’obiettivo è unire artigianato e professionisti, quelli che stanno dietro e davanti le telecamere, per costruire storie che raccontano il territorio, le imprese e le persone. “Stiamo lavorando su un primo cortometraggio che parla di solitudine e di differenze generazionali. Oggi in cinque anni cambia il mondo, noi lo raccontiamo partendo dal mondo sociale che si crea dentro un’azienda”.
Il secondo progetto è ‘Percezioni’, con uno spettacolo teatrale itinerante con in scena lo stesso Belmondo, un’altra attrice, una ballerina e un musicista. “Il messaggio in questo caso è far comprendere che siamo parte di un unico meccanismo, che nessuno vive da solo”.
Per Mattiozzi, volto di punta di Federmoda, il cammino è lineare, del resto la Cna di Fermo sta già da tempo puntando sul settore artistico, “quindi sarà semplice creare connessioni”. E poi intercettare risorse: “Tra i criteri per l’assegnazione dei fondi regionali, il racconto del territorio ha un peso. Noi vogliamo raccontare anche il modo di pensare e vivere del luogo. Noi non vogliamo portare produzioni legate al panorama, noi vogliamo un vero collegamento con le Marche. noi vogliamo progettare, scrivere e programmare storie che siano il luogo. Ricordiamo sempre che il prodotto audiovisivo avvicina le persone alle storie che stanno vivendo” prosegue l’attore.
C’è poi l’altra sfida, quella che da anni ha di fronte ogni imprenditore: “Avvicinare i giovani al mestiere della moda, ma anche raccontare al meglio una fabbrica, un artigiano eliminando gli stereotipi passati. Noi crediamo che un modo giusto per comunicare con le nuove generazioni sia proprio il cinema”.
Reel, mini storie, mini serie per piattaforme social che raccontano l’artigianato. “Noi vogliamo creare una realtà socio economica. Manca il ‘polo’ che unisce chi fa cinema a ogni livello, creare una filiera tra le maestranze offrendo così la possibilità anche alle imprese di rivolgersi a un sistema di qualità che sa creare progetti ad hoc e non si limita al ‘ti faccio un reel per duecento euro’. Bisogna far capire che c’è molto di più e si può offrire”.
La potenza dell’audiovisivo è in crescita, negli Usa è già parte dello storytelling imprenditoriale e soprattutto rende immediatamente identificabili i posti. “Tutti noi pensiamo di essere stati a Los Angeles o New York e questo grazie a film, serie e documentari. Sappiamo tutto dello stile di vita americano. Questo dobbiamo fare anche noi, andando oltre la conoscenza del prodotto, iniziamo a raccontare chi il prodotto lo ha fatto. Romanziamo, creiamo, costruiamo interesse e raccontiamo il mondo di un’azienda. Sono certo che così le persone capiranno cosa vuol dire fare artigianato”.
Prossimi passi? “Due prima master class. Gli attori devono fare dei self tape per arrivare al provino? Imparare come si fa è già importante. Lo insegneremo in una prima masterclaass, con tecniche per ottenere il meglio anche da dentro casa”. Secondo step, la lettura emotiva. “E poi - conclude Mattiozzi che ha nella moglie e socia Ilenia Tonelli il braccio destro – con Domenico Baratto e Wega, stiamo definendo un importante progetto dedicato a recitazione e dizione, un primo vero step per stare nel mondo del cinema”.