di Raffaele Vitali
FERMO – Fuori da ogni porta c’è una colonnina bianca con appoggiato sopra un disinfettante. A tenere il disinfettante due linguette regolabili, perché le boccette non sono tutte uguali. Ecco uno dei simboli dell’era post lockdown degli Artigianelli di fermo. La scuola diretta da padre Sante Pessot, che della pratica fa il suo vanto, è riuscita a non fermare la fantasia degli alunni. “L’hanno progettato loro, da casa, poi i docenti in officina hanno trasformato il disegno in realtà” spiega padre Sante.
Gira per i corridoi, apre le porte il direttore della storica scuola professionale, perché ieri è stato il giorno del ritorno in classe dei maturandi. Uno per volta, sempre distanziati, sono entrati, in base al loro corso, in uno degli spazi igienizzati e bene organizzati per parlare alla commissione.
“Normalmente si sarebbero trovati davanti a un motore, a una caldaia o a una scarpa da montare, ma non potendo usare i laboratori, hanno dovuto immaginare ogni passaggio. Per esempio, partendo da un guasto auto, documentato, hanno scritto e descritto come si agisce, quanto costa, con tanto di preventivo, e rendicontazione finale. A questo si è aggiunto il colloquio sulle materie, come italiano e storia”.
Entrano ed escono dalle aule. Jemy Shalsi ha appena terminato l’esame ed è raggiante: “Non vedo l’ora di iniziare a lavorare. Il mio stage? L’ho fatto alla Gab di Piane di Falerone, spero proprio di continuare lì”. Ed ecco l’altra grande opportunità che gli Artigianelli continuano a offrire ai propri alunni: il lavoro. “Pensate che – aggiunge padre Sante – le aziende ci hanno confermato gli stage per i 50 alunni del secondo anno. Un segnale di grande fiducia e anche responsabilità, in questo tempo di protocolli di sicurezza”. Intanto però ci sono i terzi anni, quelli del diploma, da salutare.
La prossima sfida? “Durante il periodo lontano dalle classi abbiamo rivalutato molto la tecnologia. Per fortuna avevamo iniziato da tempo un corso sulla digitalizzazione per i docenti, che mai avrei pensato così utili. Ora invece so che possiamo integrare la didattica con computer e tablet che abbiamo consegnato in comodato gratuito per tutto il triennio agli alunni che ne erano privi. A dire il vero abbiamo anche portato internet in diverse case. Ma loro ci hanno ripagato, hanno seguito lezioni e progettato perfino un nebulizzatore che sanifica le scarpe. Chissà, magari lo realizzeremo nei prossimi mesi” conclude Pessot soddisfatto e già proiettato al prossimo anno di scuola.