PORTO SANT'ELPIDIO - Pattugliamento di successo. Il 16 settembre hanno arrestato un trentenne tunisino. Nella circostanza, durante il servizio di controllo del territorio, gli agenti notavano un’autovettura percorrere le vie cittadine di Porto Sant’Elpidio a forte velocità, che effettuava manovre pericolose. Insospettiti dalla condotta dell’automobilista, decidevano di seguire l’autovettura per procedere al controllo ed alla successiva contestazione degli illeciti.
Fermato il veicolo gli agenti costatavano che alla guida della predetta autovettura vi era una donna italiana di quarant’anni, mentre sul lato passeggero un trentenne tunisino, già conosciuto dagli agenti per diversi pregiudizi di polizia.
Alla richiesta degli operatori di esibire i documenti, il tunisino si mostrava fin da subito insofferente al controllo e rifiutava anche di fornire le proprie generalità.
Quest’ultimo dapprima cercava di chiudersi in auto e successivamente, di tutta risposta, scendeva dal veicolo e colpiva i poliziotti con calci e pugni, tanto da cadere lui stesso a terra, trascinando gli agenti al suolo.
Da quanto descritto ne nasceva una colluttazione e mentre i poliziotti cercavano di bloccare il soggetto, il giovane tunisino estraeva dalla tasca del pantalone un coltello a serramanico e, mentre cercava di aprirlo con l’altra mano, il giovane Agente con gesto fulmineo riusciva a bloccarlo e disarmarlo.
Dopo aver immobilizzato con non poca fatica il soggetto, veniva subito perquisito sul posto e dal piccolo marsupio che aveva addosso, si rinvenivano 30 dosi di cocaina racchiuse in cellophane termosaldate del peso complessivo di circa 25 gr, un sacchetto in cellophane contenente eroina di circa 3 gr., altra sostanza di tipo hashish e circa 500€ in banconote di piccolo taglio. Sulla base di quanto accertato, il soggetto veniva tratto in arresto per i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale, lesioni aggravate e spaccio di sostanze stupefacenti.
A seguito di giudizio di convalida, l’Autorità Giudiziaria ha inteso applicare la misura cautelare della custodia in carcere per la spiccata pericolosità del soggetto.