FERMO - Belmonte Piceno, Campofilone, Francavilla d’Ete, Lapedona, Magliano di Tenna, Massa Fermana, Monsampietro Morico, Montefalcone Appennino, Montefortino, Monte Giberto, Monteleone di Fermo, Montelparo, Monte Rinaldo, Monte Vidon Combatte, Monte Vidon Corrado, Moresco, Santa Vittoria in Matenano, Smerillo. Questo purtroppo non è l’elenco dei comuni partecipanti a uno dei classici progetti del Pnrr o a un festival della Regione, questi sono i comuni della Provincia di Fermo che non hanno uno sportello bancario, il dato peggiore della Regione.
“Una tendenza inarrestabile. Gli istituti di credito ristrutturano la rete degli sportelli ed a farne le spese sono i comuni montani e delle aree interne delle Marche che restano senza una banca” spiegano Silenzi e Bordoni, presidente e segretario di Cna Marche.
In dieci anni il 44% degli sportelli ha chiuso, più che nel resto d’Italia. “Attualmente in regione gli sportelli bancari sono 633 pari a 43 ogni 100 mila abitanti, rispetto ad una media nazionale di 37 ogni 100 mila abitanti” prosegue Silenzi.
A livello regionale sono 66 su 225 i Comuni marchigiani senza sportelli bancari. In 34 casi lo sportello c’è ma solo con il bancomat. Nel dettaglio, ad essere “scoperti” sono 18 Comuni in provincia di Fermo, 17 Comuni in provincia di Macerata, 13 in provincia di Pesaro e Urbino, 10 nell’anconetano e 8 nell’ascolano.
Alla fine del 2023 le banche presenti nelle Marche con almeno uno sportello erano 47 mentre gli istituti di credito con sede in regione sono 15 di cui 13 sono Banche di Credito Cooperativo. Si tratta di banche fortemente radicate sul territorio marchigiano, dove hanno mantenuto immutato il numero degli sportelli bancari, che sono stati invece “tagliati” dalle grandi banche nazionali.
“Cresce ovviamente l’home banking. Nel 2023 sono stati 68 su 100 i clienti che si sono avvalsi di canali bancari digitali. Inoltre l’85 per cento dei bonifici è stato fatto con modalità telematica o telefonica. A non avere servizi home banking è il 32 per cento delle famiglie marchigiane, soprattutto anziani soli, che non hanno grandi capacità digitali e temono di incappare nelle truffe on line” prosegue.
Un lento depauperamento, nascosto sotto il cappello della tecnologia, che segue la chiusura di ospedali, uffici postali, edicole, sedi delle società di luce e gas. “A risentirne la qualità della vita, con i giovani che se ne vanno e i turisti che privilegiano località dove certi servizi sono garantiti. Tra l’altro la mancanza di sportelli bancari costringe gli anziani a spostarsi nei Comuni vicini per fare le loro operazioni bancarie o solo per prelevare contanti dai Bancomat. Anche i pochi commercianti ed esercenti rimasti hanno disagi per versare in banca i loro incassi giornalieri in territori dove è ancora molto diffuso il pagamento in contanti, soprattutto per piccoli acquisti. In queste realtà delle aree interne sarebbe opportuno mantenere almeno uno sportello ‘leggero’ con un addetto uno o due giorni alla settimana o almeno una cassa continua e uno sportello bancomat”. Concludono Silenzi e Bordoni che punta su Uni.Co per dare comunque sostegno la credito.