FABRIANO - La merenda sana ai bambini, lezioni di potatura e degustazioni ai più grandi. Ha parlato a più generazioni – dagli alunni della scuola primaria di Maiolati, agli studenti degli Istituti agrari Serafini Salvati di Monteroberto e Vivarelli di Fabriano - l'incontro di questa mattina alla Casa dell'Olio e della Biodiversità di Maiolati Spontini dedicato all'olio extravergine di oliva biologico. Organizzato da Aprol, l'associazione dei produttori olivicoli regionale, all'evento (dal titolo "EVOlviamoci sull'olio: alla scoperta dell'oro delle Marche, la produzione certificata BIOLOGICA") è stato fatto il punto su un settore di altissima qualità ma con la necessità di consolidare e accrescere la filiera produttiva.
La produzione di olio nelle Marche conta su circa 9.500 ettari di oliveti e una produzione media annuale di circa 3mila tonnellate. Grazie al clima e alla varietà delle cultivar locali, come la Coroncina, la Raggia, il Piantone di Mogliano, le Marche si distinguono nel panorama olivicolo italiano per un olio dalle note fruttate, dal gusto intenso e dall'elevata qualità. Un prodotto esportato anche all'estero, con un valore di mercato di circa 22 milioni di euro.
"La nostra associazione – spiega Francesco Sabatini Rossetti, presidente di Aprol Marche - rappresenta oltre mille produttori olivicoli marchigiani e noi vogliamo valorizzare e incrementare l'olivicoltura marchigiana. Nei giorni scorsi abbiamo anche illustrato alla Regione Marche una serie di proposte per incrementare ettari e produzione. Donninelli David, responsabile di Aprol Marche, ricorda che la nostra terra produce appena l'1% dell'olio nazionale ma il prodotto è incredibile e apprezzato fin dall'antichità". Tra le richieste del settore, sostegno a investimenti per interventi di ammodernamento, nuovi impianti, il recupero degli oliveti abbandonati e la creazione di invasi con pompaggi e cambiare passo per una gestione programmata della risorsa idrica. Il focus dell'evento, la produzione biologica che nella nostra regione rappresenta circa il 35% della superficie olivicola regionale.
Crescono le superfici, aumenta l'attenzione dei consumatori "che come Coldiretti – ha spiegato Paolo Guglielmi, olivicoltore biologico e referente per l'educazione alimentare di Coldiretti Ancona – abbiamo sempre abbracciato attraverso l'etichettatura obbligatoria che oggi ci consente di distinguere il cibo italiano da quello estero. La stessa cosa dovremmo farla anche con il biologico per mettere bene in evidenza le produzioni nazionali". Al termine l'attività didattica è proseguita con la degustazione di tre piatti in abbinamento con altrettanti oli per percepirne le caratteristiche e valutare come un alimento, appunto l'olio extra vergine di oliva, abbia la capacità di modificare il gusto della pietanza.