ANCONA - Via libera a maggioranza del Consiglio regionale, al termine della seduta e dopo un lungo dibattito in aula, alla proposta di legge, ad iniziativa dell'Esecutivo, per il sostegno all'editoria e all'informazione locale. L'articolato approvato è stato integrato con sette emendamenti proposti da Pd e M5s.
Per attuare la legge è autorizzata la spesa di euro 1,2 milioni nel triennio 2024-2026, con stanziamento annuale di 400mila euro. Viene abrogata la precedente legge regionale del 1997 e recepito il nuovo quadro normativo e comunitario in materia di informazione, considerata l'evoluzione della tecnologia, dell'editoria e del mercato. Tra le finalità: "promuovere la conoscenza da parte dei cittadini dell'attività svolta dalla Regione, favorire la diffusione della cultura regionale, la divulgazione delle notizie d'interesse per la comunità marchigiana, il pluralismo e, per quanto riguarda il panorama informativo locale, scongiurarne l'impoverimento, salvaguardare i livelli occupazionali e incoraggiare gli investimenti in innovazione tecnologica".
La Regione prevede contributi per fornitori di servizi di media audiovisivi, radiofonici ed editoria elettronica, nel rispetto di requisiti minimi come la sede legale nelle Marche, l'iscrizione da almeno due anni al Registro operatori di comunicazione, la presenza in redazione di almeno un giornalista iscritto all'Albo, la regolarità nel pagamento degli stipendi e dei contributi. Critiche su più fronti sono arrivate dalle opposizioni, espresse in vari interventi tra cui, per il Pd, da Micaela Vietri, Fabrizio Cesetti, Romano Carancini. Cesetti, relatore di minoranza, ha contestato, tra le altre cose, l'assenza del requisito di urgenza per approvare la legge, ipotizzando un collegamento tra la proposta di legge e le scadenze elettorali. Tra gli emendamenti dem accolti, quello che ha cambiato la frase "promuovere la conoscenza da parte dei cittadini dell'attività svolta dall'amministrazione regionale" in "…svolta dalla Regione".
Le opposizioni hanno infatti accusato la maggioranza di voler in qualche modo promuovere una vetrina della Giunta attraverso la legge e i criteri per assegnare le risorse. Il centrodestra, al di là degli emendamenti accolti, ha fatto quadrato e confermato la bontà delle disposizioni approvate.
Andrea Putzu (FdI) ha rispedito al mittente le critiche secondo cui sarebbe un tentativo di "comprare l'informazione locale" in vista delle prossime elezioni, anche perché la "legge è approvata a novembre dalla giunta"; ha inoltre sottolineato che ci sarà un "bando per supportare editori locali in grande difficoltà. Pensavo - ha concluso - potessimo stare fianco a fianco su questo fronte e invece…".
"L'attività di informazione locale va sostenuta e valorizzata quale presidio di democrazia e partecipazione attiva dei cittadini ai processi decisionali. - il commento del consigliere di Fratelli d'Italia Carlo Ciccioli, relatore di maggioranza - Con questo spirito, la maggiorana di centrodestra ha aggiornato a una normativa che nelle Marche risale al 1997 e non trova sostanziale applicazione dal 2014, rilanciando le misure a sostegno di un settore che negli ultimi anni è stato interessato da processi di innovazione tecnologica, ma anche da una profonda crisi. L'informazione locale è fondamentale per promuovere la conoscenza, da parte dei cittadini, e favorire la divulgazione delle notizie di interesse per la comunità marchigiana; preservare il pluralismo, la libertà, l'indipendenza e la completezza di informazione".