PORTO SANT’ELPIDIO – Due anni fa è partita l’esperienza formativa per i ragazzi dell’istituto alberghiero di Porto e Sant'Elpidio a Mare: l’apprendistato duale.
In questo modo, a partire dai 16 anni, sono entrati nel mondo del lavoro stipulando un contratto a tempo indeterminato con un’azienda a cui è stata riconosciuta la formazione dalla scuola. “A luglio 2024 sono arrivati a fine percorso, unendo lavoro e scuola. Per ogni anno le ore sono 1041, di cui massimo la metà da fare in azienda” spiega la dirigente Laura D’Ignazi.
Due anni intensi in cui sono stati anche retribuiti e soprattutto si sono garantiti il futuro. “La scuola diventa partner dell’azienda, che imposta l’attività e dialoga con l’istituto”. Hanno poi superato l’esame di Stato e hanno avuto diritto alla conferma del contratto a tempo indeterminato di apprendistato pieno.
“Questo è un successo di tutti: degli alunni, degli insegnanti considerando oche scuole lo fanno perché bisogna riformulare il programma e coordinare tutor aziendale e scolastico in modo da creare un piano formativo individuale” prosegue D’Ignazi.
Un sistema che, numeri alla mano, sta contribuendo anche alla riduzione della dispersione scolastica, perché si crea una alternativa al solo libro di testo. Chiaramente è fondamentale la selezione dell’alunno: elevate competenze laboratoriali, buona motivazione al lavoro, risorse, energia e voglia di apprendere son delle caratteristiche da individuare. “E chi ha detto sì è perché aveva voglia di incontrare il mondo del lavoro” ribadisce la dirigente.
Quattro le esperienze al Polo Urbani, due sono state concretizzate dall’assunzione, due non hanno completato la parte duale ma hanno terminato gli studi mostrando comunque di aver acquisito competenze. Sorridono Emi Ago e Cristian Lavini Biagiola, entrambi diplomati a luglio.
“Un’esperienza importante, non facile, impegnativa ma sapevo che poi avrei tagliato il traguardo piena di soddisfazione. Un sacrificio fisico e psicologico rispetto a tanti compagni, ma una volta maturata ho sentito il valore del mio diploma” racconta Emi per lei, oggi, il posto di lavoro è al Bar Lady Oscar. Se lo è conquistato.
“Nel periodo dell’apprendistato, che è durato due anni, c’erano i turni, mezza giornata a scuola e poi al lavoro o giornate intere. Mi occupavo un po’ di tutto, preparavo quanto chiesto, dai cappuccini agli aperitivi, fino alla gestione del magazzino. Certo, non è stato facile e poi rimettersi sui libri dopo il lavoro…ma ce l’ho fatta, i professori mi hanno davvero supportato” prosegue.
Del resto, la titolare Barbara è un’ex allieva che ha capito subito il potenziale: “Un’esperienza vincente. Mi sono trovata bene fin da subito. Ci sono state delle difficoltà, ma tutti i professionali dovrebbero fare un progetto del genere: 20 ore di lavoro e 20 di scuola. Per formarli bisogna essere operativi. Da ex alunna, ai miei tempi sarebbe stato di aiuto. Due settimane di stage non bastano. Ma sia chiaro, non è un percorso facile per lo studente che deve garantire presenza al lavoro e studio”.
La ascoltano le docenti che hanno seguito il percorso, Annamaria Riccioni, Barbara Gasparrini e Erica Magnante, oltre al professor Pierpaolo Piermarini che è il coordinatore per l’orientamento. “Siamo riusciti a far capire ai nostri studenti l’importanza di questa possibilità, guidando la loro voglia, ma consapevoli anche che parlavamo a 16enni che ancora del termine contributi nulla sapevano” sottolineano le docenti.
La scuola ha puntato sul quarto e quinto anno, anche se tutto potrebbe partire dal terzo: “Ma è troppo presto, serve un po’ di consapevolezza” riprende la dirigente. Le aziende ci investono, perché formano e garantiscono un futuro a giovani che sono operativi e possono diventare davvero una risorsa per loro.
“questo percorso è nato per valorizzare i migliori, poi ha dimostrato la sua efficacia anche nell’evitare la dispersione. Richiede una grande organizzazione, ma i risultati poi ripagano” ribadiscono le docenti. A ripagarle è anche il sorriso di Cristian. Per lui il futuro si chiama ‘Signore te ne ringrazi’, il ristorante di chef Biagiola a Macerata, dove si occupa della sala.
“Mi sono trovato molto bene, anche se lavorare nel fine settimana e poi andare a scuola il lunedì è molto pesante. Per fortuna la formazione dell’Alberghiero mi ha aiutato molto. Il sogno è un’esperienza all’estero, per poi tornare, ma ora mi trovo troppo bene” conclude Cristian.
Avanti tutta quindi, l’Urbani è già pronto a ripartire: "Nei prossimi mesi selezioneremo i nuovi studenti, poi da settembre si riparte con l’apprendistato duale" la chiosa della dirigente.
r.vit.