L’Italia merita di meglio di chi oggi sta gestendo l’emergenza coronavirus. Lo meritano i medici e gli infermieri che ogni giorno entrano negli ospedali e intervengono senza paura. Lo meritano i volontari della Protezione civile, intesa come sistema, che non si fermano davanti a nulla, operando per il bene collettivo. Finendo anche per rimetterci la vita, come successo pochi giorni fa a un vigile del fuoco in forza al comando di Fermo. Lo meritano i cittadini, in preda a fobie degne di un attacco nucleare.
Ma lo meritano ancora di più i marchigiani che in un attimo si sono sentiti proiettati in un regime di auto quarantena per la decisione del presidente della Regione, Luca Ceriscioli, che è anche assessore alla Sanità. In pochi minuti di conferenza stampa decide di chiudere le scuole di ogni ordine e grado e di bloccare tutte le manifestazioni pubbliche. E lo fa senza avvisare un solo sindaco. Ma in quegli stessi pochi minuti riaccende i microfoni e comunica che il premier Giuseppe Conte gli ha bloccato l’ordinanza: “Si deciderà domani a livello nazionale, le scuole restano aperte”.
Voleva dare sicurezza il presidente e invece si ritrova sbeffeggiato. Ma chi lo consiglia, chi gli mette un microfono in mano? Perché non si scherza con le paure, ancora di più con quelle infondate. Se era convinto, poteva andare avanti.
Ma del resto, le Marche non hanno nessun infetto, non hanno alcun motivo di chiudere se non la paura collettiva che le istituzioni dovrebbero invece tenere a bada. Eccesso di prevenzione, la definiscono alcuni. Incompetenza, per altri. Sta di fatto che fino a domani nulla cambia e non resta che lavarsi le mani e riflettere ascoltando chi di sanità capisce davvero, gli scienziati e i virologi che ci ricordano che questo coronavirus è molto meno letale di una normale influenza. Anche se pure loro potrebbero coordinarsi. Come noi giornalisti.