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Annabella, il piccolo colosso di Montegranaro: 380 dipendenti nel mondo, fotovoltaico in azienda e il business delle scarpe da lavoro

19 Settembre 2022

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO – Sessanta milioni di fatturato, 350 dipendenti in tre poli produttivi fuori dall’Italia, altri 30 nella sede di Montegranaro. Ecco il mondo Annabella guidato dalla terza generazione dei Renzi, una famiglia di imprenditori in più settori. Azienda nata negli anni ’60, con un importante sviluppo nell’ultimo decennio, che produce scarpe da uomo e da donna. Ma non solo, visto che da ormai sei anni è diventata un riferimento per il mondo dell’infortunistica con il marchio Fighter.

Marco Renzi, come è organizzata Annabella?

“Abbiamo tre poli produttivi: uno in Tunisia, dove lavoriamo da 30 anni, uno in Romania e uno in Moldavia”.

E Montegranaro?

“È il cervello dell’azienda. Dove viene organizzata la rete commerciale ma soprattutto dove si creano le scarpe, con ufficio stile e prototipia”.

Quale è la vostra fascia di prodotto?

“Diciamo media tendente all’alta”.

Mercati di riferimento?

“Europa, Stati Uniti, Giappone e Corea. Negli anni abbiamo consolidato una rete commerciale molto solida, fatta anche di partner locali fondamentali, come avviene in America dove siamo presenti non con il nostro marchio, ma in private level, produciamo quindi per altri brand che ci hanno scelto per la qualità”.

Come vi trovate a produrre all’estero?

“Noi siamo presenti in questi paesi da tanti anni. Siamo stati tra i primi a investire in Africa, ma abbiamo lascito l’Etiopia per scelta, mentre non abbiamo mai messo in discussione la Tunisia. L’ingresso della Romania in Europa ha cambiato un po’ gli equilibri economici, ma resta una tappa fondamentale della nostra produzione”.

Come affrontate l’aumento dei costi energetici?

“Più che un impatto diretto, abbiamo installato il fotovoltaico sei anni fa, temiamo i contraccolpi sui clienti”.

Come sta andando il mercato di Annabella?

“La stagione estiva che si è appena conclusa è andata molto bene. Quello che preoccupa è la prossima. Di fronte ai conti che non tornano, le persone rifletteranno bene prima di spendere per qualcosa che può sembrare superfluo, ovvero un nuovo paio di scarpe. Il timore è quindi per gli ordini attuali, considerando anche che il prezzo base di ogni scarpa è aumentato. Vediamo, difficile prevederlo oggi. Di certo gli europei tentennano, gli americani sembrano più sereni”.

Ma rispetto al 2019?

“Direi che ancora siamo un 15% sotto nei primi sei mesi, quindi è difficile prevedere di chiudere il 2022 con il segno più”.

In questo contesto si può ancora andare a caccia di mercati?

“Abbiamo un obiettivo: entrare e consolidarci in Sud Africa, un mercato molto interessante. E poi lavorare al meglio dove già siamo presenti grazie a un’ottima rete di agenti”.

Renzi, siamo partiti dalle scarpe antinfortunistica. Un vero business?

“Sono una necessità ormai chi le indossa le tiene da mattina a sera, ecco che bisogna produrle al meglio, andando oltre la semplice protezione, che è garantita da normative molto precise. Noi, prima di lanciare la produzione, abbiamo formato i dipendenti, c’è tanta tecnologia in ogni paio, e inserito figure esperte che lavoravano altrove. È un mercato che fa gola a tanti, anche big come Adidas o Nike ci si sono inseriti. Il nostro marchio Fighter è in continua crescita, soprattutto in Italia e negli Emirati Arabi.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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