Negli ultimi mesi mi sono confrontato spesso con famiglie che hanno nel proprio nucleo una persona con disabilità. I problemi sono numerosi e le esigenze molto diversificate, ma da tutti ho avvertito un profondo disagio, che si è fatto ancora più pesante in questi mesi di emergenza sanitaria. Il coronavirus ha reso ancora più ultime le persone in difficoltà.
I servizi che sono stati fermi più a lungo e sono ripartiti per ultimi, quando sono ripartiti, sono proprio quelli per i diversamente abili.
Veniamo da anni di tagli pesanti della Regione ai trasporti sanitari e non sanitari, che hanno pesato su tante famiglie e messo in difficoltà le associazioni di pubblica assistenza. Diversi genitori mi segnalano che a breve, il 31 agosto, scadranno gli incentivi al trasporto pubblico locale per le fasce deboli. Sei milioni di euro stanziati nel periodo 2018/20, di cui circa il 26% è servito per facilitare l’accesso ad autobus e treni di portatori di handicap e loro accompagnatori, circa 4.700 persone.
Questi incentivi vanno rifinanziati e modulati diversamente. Ad esempio le riduzioni più consistenti interessavano utenti con un Isee inferiore a 6.500 euro. Una soglia così bassa impedisce di rientrare a tanti redditi medio-bassi che pure avrebbero bisogno di sostegno, perché affrontano quotidianamente costi e difficoltà enormi.
Penso che servano investimenti importanti su questo settore, ma soprattutto è ora che i problemi dei più deboli vengano finalmente messi tra le priorità e non lasciati in fondo all’agenda politica.