ANCONA- Il porto di Ancona? Bene, ma non ancora benissimo. “Bisogna evitare ogni tipo di confronto con altri scali portuali extraregionali e semmai prendere spunto dalle migliori idee progettuali, presenti in Italia e in Europa, applicabili, o già applicate, a porti con caratteristiche analoghe a quello di Ancona” è il consiglio di Dino Latini, presidente del consiglio regionale delle Marche.
Il suo intervento segue la decisione “relativa agli investimenti programmati dall'Autorità portuale dell'Adriatico centro settentrionale, con sviluppo del porto di Ravenna, messi a confronto con quelli dell'Autorità del centro Adriatico e dello scalo portuale anconetano. È come confondere mele e pere - afferma Latini - perché si sta parlando di situazioni, caratteristiche e target diversi. A partire dallo stesso posizionamento geografico e dalla collocazione territoriale dei due porti che, anche e soprattutto per questo, devono legittimamente ambire a diventare leader in settori diversi”.
Su Ancona il progetto è chiaro. “Sosteniamo la vocazione e la leadership del porto di Ancona per ciò che concerne i traghetti e la croceristica, con investimenti mirati e di sostanza, - prosegue Latini - che possano confermare non soltanto la guida di alcune storiche compagnie, ma che possano aprire all'interesse di nuovi operatori; fondamentali poi sono e saranno gli investimenti rivolti alle infrastrutture destinate alla realizzazione della penisola, all'allestimento dei moli e al dragaggio dei fondali per mantenere alto il livello di competitività e per poter immaginare l'incremento dei traffici commerciali e turistici”.