FERMO – “I medici sono uomini e donne e il senso di impotenza si aggiunge alla frustrazione di oltre un anno di alta tensione”. Mal comune mezzo gaudio. Non se si parla di sanità. I Pronto soccorso di tutte le Marche sono in difficoltà. Quello di Fermo ancora di più. Ad alzare la voce, oltre agli utenti, questa volta è l’Anaao, una delle sigle sindacali più rappresentative del settore medico. “Ci sono medici e dirigenti costretti, dietro ordine di servizio, a coprire turni notturni al pronto soccorso del Murri senza averne le competenze” esordisce il sindacato.
Quale è il problema? “Per gestire un codice rosso al pronto soccorso occorre una formazione che non è propria del personale medico chirurgico, siano essi ortopedici o urologi. Figure utili, ma non possono bastare dei corsi brevi di pronto soccorso considerando le complessità che si vanno ad affrontare”.
Quello che il sindacato denuncia è che si pensa che “essere medico significhi poter fare tutto”. E invece, serve attenzione. “Serve una preparazione specifica per gestire un codice rosso come un infarto, un’embolia, un ictus, scompensi cardiaci mentre la soluzione ipotizzata come temporanea sta assumendo valenza strutturale in maniera molto preoccupante. All’ospedale di Fermo – precisa la segreteria regionale di Anaao Assomed Marche - gli ordini di servizio sono previsti al momento senza un apparente termine temporale”.
Il timore dei medici iscritti è di non poter poi dare la giusta risposta, la miglior assistenza. “Quello che possiamo fare è tentare di stabilizzare il paziente in attesa che un medico internista possa visitarlo e stabilire la terapia migliore. La pandemia non c’entra con questa situazione di grave carenza di personale nella sanità pubblica marchigiana ormai conclamata mentre si rischia di mettere a repentaglio la vita dei pazienti”.