*Abbiamo bisogno di Pippi Calzelunghe. Abbiamo bisogno del teatro per famiglie. Abbiamo bisogno di divertirci senza smettere di pensare.
Non deve stupire che il musical riadattato da Carlotta Proietti, figlia del grande Gigi, abbia portato 2mila persone al teatro dell’Aquila. E di queste, almeno il 50% era under 12.
La platea è diventata il regno di Pippi e dei suoi amici, che vivono tra sogno e realtà. Quel mondo che i ragazzi capiscono più degli adulti, ma che aiuta gli adulti a ricordarsi di cosa significhi essere piccoli, di cosa significhi crescere.
“L’amicizia può essere un gioco, ma non sarà mai una bugia” è una delle frasi che conquista i grandi. Ma l’applauso dei piccoli, soprattutto delle bambine, arriva quando Pippi con orgoglio urla: “Perché non una ragazzina…”. Parole che profumano di parità di genere visto che si parlava di sfidare l’uomo forzuto, portato sul palco da uno straordinario Francesco Trasatti.
Il coinvolgimento è totale, se fossimo sul parquet di un palasport si sarebbero alzati tutti per ballare, ma il clap clap che accompagna le parti cantate dimostra che il progetto è vincente. Se si vuole portare i più piccoli fuori di casa, staccarli dal divano e dai tablet, Pippi Calzelunghe è il modello da seguire.
Il genio di Proietti ha creato il format, la figlia l’ha rigenerato, una bravissima e giovane attrice l’ha reso credibile. I bambini tifano, urlano contro i ladri, si innamorano della signora Taccola, che rappresenta la vicina di casa che nessuno vorrebbe ma che tutti alla fine abbraccerebbero.
Funziona tutto nello spettacolo e soprattutto resta il messaggio: l’amicizia fa miracoli e aiuta a superare anche i momenti difficili. Come la partenza di un padre per lavoro o la mancanza di una madre. E questa è molto spesso realtà. Come la frase che Pippi regala e fa impazzire tutti i bambini: “L’ordine organizzato è quello che faccio io”.
*direttore www.laprovinciadifermo.com