AMANDOLA – Passa il bilancio, senza l’opposizione. Un’assenza che ha fatto rumore in consiglio comunale ad Amandola. Ma i motivi sono profondi, come spiega Raffele Vittori, leader della minoranza.
“Le carte per poter valutare i conti ci sono state date in ritardo, non come previsto dalla legge 20 giorni prima, e incomplete, senza il parere dei revisori dei conti. Per cui, non potendole visionare attentamente non ci siamo presentati, altrimenti avremmo sanato l’errore dell’amministrazione” spiegano i consiglieri.
Per Vittori è un ripetersi “di quanto accaduto in passato. Noi – ribadisce Vittori insieme con il collega in consiglio Del Gobbo - siamo un po’ stanchi di vedere amministrato il paese che amiamo a tal maniera e crediamo sia stufa anche il prefetto, alla quale inviamo continuamente segnalazioni”.
Non c’è dialogo ad Amandola, questo è evidente. E per la minoranza la colpa è del sindaco Adolfo Marinangeli. “Un’amministrazione che non perde occasione di mostrare i muscoli, che ha un basso quoziente istituzionale, che ringrazia gli uffici del loro enorme lavoro ma che fa ben due emendamenti per correggere quanto da prodotto”.
Di fronte a questo modo di amministrare, la minoranza ha una sola richiesta: “Dopo gli innumerevoli fallimenti, dal reparto di medicina al nuovo ospedale (che a detta anche dell'assessore Baldelli non era in origine un vero ospedale e solo grazie alla minoranza ora può considerarsi tale), dalla ricostruzione nel centro storico alla variante ancora in alto mare, il buonsenso direbbe: dimissioni immediate. O sfiducia da parte di chi compone la maggioranza, ma per dirla alla Manzoni 'uno il coraggio, se non ce l'ha, non se lo può dare'. Un segnale forte garantirebbe il ritorno alla serenità per un territorio che ne ha passate tante, troppe”.
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