Il primo a saltare è stato il direttore creativo di Gucci, Sabato De Sarno, lo stilista che viveva il mondo e si riposava ad Amandola. Ma il problema, è evidente dopo i dati comunicati da Kering, non era di certo lui. O almeno non solo.
Il gruppo della moda ha annunciato di aver chiuso il 2024 con un calo dei ricavi del 12% a 17,194 miliardi di euro con l'utile netto crollato del 62% a 1,13 miliardi dai 2,98 di un anno prima. "In un anno difficile, abbiamo accelerato la trasformazione di molte delle nostre case e ci siamo mossi con determinazione per rafforzare la salute e la desiderabilità dei nostri marchi a lungo termine - ha spiegato François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato - In tutto il gruppo, e in primo luogo in Gucci, abbiamo preso decisioni cruciali per aumentare l'impatto della nostra comunicazione, affinare le nostre strategie di prodotto e aumentare la qualità della nostra distribuzione, il tutto nel rispetto del patrimonio creativo che contraddistingue i nostri marchi”.
La difficoltà no ha fermato il piano di consolidamento. “Abbiamo messo in sicurezza la nostra organizzazione, effettuato assunzioni chiave, accelerato l'esecuzione e intensificato l'efficienza delle nostre operazioni. I nostri sforzi devono rimanere sostenuti e siamo fiduciosi di aver portato Kering a un punto di stabilizzazione, dal quale riprenderemo gradualmente la nostra traiettoria di crescita" prosegue prima di dar un po’ di numeri.
I ricavi di Gucci nel 2024 sono scesi a 7,7 miliardi di euro, il 23% in meno, con le vendite al dettaglio a gestione diretta, che rappresentano il 91% del totale, diminuite del 21% su base comparabile. I ricavi wholesale sono diminuiti del 28%. Male anche Yves Saint Laurent fermatisi a 2,9 miliardi , con un calo del 9%. Chi funziona è invece Bottega Veneta, che ha riportato in incremento del 4% dei fatturato a 1,7 miliardi di euro.
Abbiamo una strategia che ha l'obiettivo di raggiungere una traiettoria di crescita redditizia a lungo termine. Il gruppo sta intensificando le iniziative necessarie per sostenere lo sviluppo e la crescita delle sue case, attuando con determinazione le azioni necessarie per aumentare la propria efficienza. Queste azioni implicano una particolare vigilanza sulla disciplina finanziaria legata al controllo della base dei costi, alla selettività degli investimenti e alla gestione del bilancio".
In questo quadro, “il nome del nuovo direttore creativo di Gucci lo annunceremo presto" ha ribadito Francesca Bellettini, deputy ceo di Kering, e responsabile del brand development. L’esperienza con De Sarno è durata meno del previsto: “Con il cambio di direttore creativo da Alessandro Michele a Sabato De Sarno, l'obiettivo per Gucci era costruire una base solida, che permettesse di ridurre le fluttuazioni eccessive - ha sottolineato Bellettini -. Lo stile di Alessandro era estremamente massimalista, mentre l'approccio estetico di Sabato De Sarno è meno stravagante e massimalista, ma ci ha permesso di fare esattamente ciò che avevamo intenzione di fare".
Insomma, un addio dopo due anni ma con applausi. “Negli ultimi 18 mesi – prosegue la Ceo - ci siamo concentrati sul patrimonio del brand, cercando di elevare i nostri prodotti, rendendoli coerenti con l'eredità di Gucci, ma allo stesso tempo rilevanti per il presente. Senza dubbio, la base su cui operiamo oggi è molto più solida rispetto a quella di 18 mesi o due anni fa. Ora è il momento perfetto per iniettare nuova creatività, moda e desiderabilità, perché riteniamo che sia ciò di cui Gucci ha bisogno per ricreare quel dualismo unico che caratterizza il brand, dove tradizione e moda devono sempre coesistere. Abbiamo migliorato la qualità dei prodotti e lanciato nuove collezioni, anche per le fasce di ingresso. Ora dal nuovo direttore creativo ci si può aspettare una grande capacità di far sognare, di trasmettere passione, di dimostrare talento e rendere il brand desiderabile, basandosi su una fondazione estremamente solida che abbiamo costruito negli ultimi 18 mesi”.
r.vit.