di Raffaele Vitali
AMANDOLA – È tempo di tartufi, Amandola è pronta per la sua due giorni dedicata al tartufo nero pregiato: il festival Diamanti a Tavola. La primavera, il 2 e 3 marzo in piazza Risorgimento e aree limitrofe sono previsti sole e temperature miti, apre il percorso legato al prezioso tubero, che pi prosegue con l’estate e l’edizione chiave di novembre.
Il programma è molto ricco: il mercatino dell’artigianato artistico e dei prodotti tipici locali si apre sabato mattina. “Partecipano tartufai e non i commercianti. E a livello di produttori, agricoli o alimentari, quelli che espongono vendono solo quello che esce dalle loro aziende”.
Le degustazioni, oltre che al Palatuber affidato allo chef Davide Camaioni, si potranno fare nelle sedi delle varie associazioni. Domenica trekking urbano ed escursioni nelle tartufaie insieme con l’Atam, un modo per godere la natura, ma anche per capire come funziona una tartufaia e magari decidere di investirci. Confermato il trenino che girerà per la città e collegherà le due aree parcheggio di zona stazione e vecchio campo sportivo.
CENTRO STUDI E TARTUFAIE
E proprio sulle tartufaie sta investendo Amandola. “Abbiamo siglato una accordo strategico con l’Amap regionale, ringrazio il presidente Marco Rotoni, che ha investito e investirà ancora di più sula ricerca scientifica legata al tartufo, potenziando il centro di tartuficultura regionale qui ad Amandola” spiega Marinangeli che ricorda che sono solo due nella regione, Amandola e Sant’Angelo n Vado.
“Il nostro è un centro di studi per il tartufo nero, ma anche per monitorare la crescita del tartufo bianco”. Un asse tra Amap, Atam e associazione tartufati che porterà anche a corsi di valorizzazione dei territori “con il fine di aprire il centro di tartuficultura anche a scuole e turisti”. Il tartufo sempre più ambasciatore della città dei Sibillini, come prodotto culinario e come materia di studio.
E aggiunge Giuseppe Pochini, vicesindaco e assessore al tartufo: “Dieci anni di lavoro attorno al tartufo. Siamo partiti sull’appuntamento di novembre, peer poi spingere molto la promozione del nero pregiato e poi dello scorzone. Diversi imprenditori hanno investito in tartufaie e poi c’è il vivaio di pian di contro in cui si producono piantine autoctone che aumentano la possibilità di produzione id tartufi”.
Per il tandem Pochini - Marinangeli potrebbe essere l’ultima edizione, a meno che gli elettori non li confermino a giugno, e per questo si sente aria di resoconto: “Abbiamo portato il tartufo di Amandola in Italia e nel mondo, penso alle cene a Miami e quella di Bruxelles. Speriamo che non venga vanificato questo lungo lavoro fatto con grande impegno nostro e di tutto il sistema, che va dagli uffici comunali alle associazioni”.
Il festival
Tante iniziative e novità, confermate le botteghe che cucinano il tartufo e c’è il ritorno del palatuber, visto che il cineteatro Europa è a centro dei lavori di ristrutturazione, all’interno della casa del parco che è dotata di una cucina attrezzata.
“Una città piena di cantieri che renderanno Amandola ancora più attraente nel futuro. A corollario della festa del tartufo verrà inaugurata anche la nuova area camper con 25 stalli dotati di ogni servizio, incluso il wi-fi e gestione via App, un luogo iper tecnologico per rispondere al turismo itinerante che è in continua crescita” aggiungono i due amministratori che domenica accoglieranno l’assemblea regionale di Federcampeggio.
Amandola si conferma terra di qualità, anche le telecamere di Linea Verde sono rimaste conquistate dalla produzione dei formaggi e derivati delle aziende locali. “E per questo avremo uno spazio dedicato ai nostri produttori, non solo di tartufi”.
Lo stato dei tartufi
Il cambiamento climatico sta modificando i tempi di maturazione dei tartufi. “Noi abbiamo anticipato di una settimana l’evento proprio per questo. Qualità è ottima, quantità bassa. I prezzi vanno più o meno dagli 800 ai mille euro per pezzature sane di tartufi freschi. La pezzatura più quotata è quella dai 50 agli 80 grammi. Il nero pregiato è un prodotto da tartufaia, difficile trovarlo in libertà. E per questo aumentano anche le tartufaie curate da veri cavatori, formati con corsi affidati di Atam e vivaio spiega Pochini.
Che poi regala un suggerimento per scegliere il tartufo da portare a casa. “La prima garanzia è acquistarlo ad Amandola, perché c’è davvero quello fresco. Vengono in tanti da fuori provincia, anche da Pesaro, proprio per questo, per il fatto che ci sono i cavatori guidati da Alberto Mandozzi a venderli. Poi bisogna capire cosa uno ci vuole fare, il tartufo deve prevalere quindi non abbiniamolo al ragù. E va usato entro una decina di giorni, perché altrimenti resta integro ma perde il profumo. Consiglio di farsi spiegare dal tartufaio come conservarlo e per cosa usarlo”.