AMANDOLA – Una domenica di festa per la città dei Sibillini: Amandola celebra Santa Rita. Dopo le celebrazioni bloccate negli ultimi anni a causa della pandemia, nel santuario del Beato Antonio torna la tradizione.
“Una ricorrenza che è nel cuore degli amando lesi ed è per questo fortemente sentita e seguita dalla comunità dei fedeli, proprio per lo stretto collegamento della chiesa di Sant’Agostino al culto della Santa cui è dedicata una statua e una nicchia nel Santuario del Beato Antonio” spiegano gli organizzatori.
Alle 18 il momento clou, con la messa e la benedizione delle rose, mentre alle 10 e alle 1130 le celebrazioni religiose. Nel pomeriggio consueta benedizione anche dei veicoli, tra cui quelli delle forze di polizia e di soccorso, dalle 19 fino al termine della coda che normalmente si crea, nel piazzale di fronte alla scuola ‘Mariele Ventre’.
Amandola è da sempre devota a Margherita Lotti, il nome della santa che nacque a Roccaporena nel 1381. Dopo la morte del marito, sposato per volere dei genitori, e dei suoi figli, venne accolta nel monastero delle Agostiniane. Prima della chiamata che sentì da Cascia.
Poco prima di morire Santa Rita chiese ad una sua cugina, che era andata a trovarla, una rosa e due fichi dall’orto della casa paterna. Era inverno, la temperatura era rigidissima e la neve copriva ogni cosa. Sua cugina tornò a casa convinta che il desiderio di Rita fosse ispirato dal delirio della malattia, ma ecco spuntare tra la neve una bellissima rosa, appena sbocciata, e due fichi.
Li colse, li portò a Rita, e così nacque la tradizione di festeggiare la Santa con migliaia di rose, donate ogni anno dai fedeli in tutte le città che ospitano un santuario o una statua a lei dedicati.