AMANDOLA – Soddisfatti, felici, orgogliosi: eccoli Adolfo Marinangeli e Giuseppe Pochini, sindaco e assessore al tartufo, al termine della 26esima edizione di Diamanti a Tavola, affiancati da Alberto Mandozzi, responsabile dei cavatori, i cercatori di tartufi. Un'edizione piena di civb, convegni, escursioni, con la chicca della nuova parete da arrampicata che attirerà appassionati da tutta la regione.
Si è chiusa l’edizione dedicata al tartufo bianco, quale il bilancio?
“Tante le presenze, soprattutto giovani e famiglie. Stand operativi fino a tarda notte. Nonostante il meteo avverso, Diamanti a tavola conferma il suo successo. Che gioia vedere il centro storico gremito di tante persone. Questo fa capire come l’evento sia diventato, a tutti gli effetti, anche un evento per le nuove generazioni”.
Cantine e Palatuber, il cibo è piaciuto?
“Piatti di alto livello. Tartufo bianco autentico protagonista della manifestazione. Un prodotto di alta qualità che aumenta estimatori”.
Essere diventa città del tartufo vi ha dato forza?
“In primis sta funzionando la rete ‘Sibillini romantici’ che ha debuttato con eventi, stage, escursioni e scuole di cucina per ragazzi. Essere tra le Città nazionali del tartufo sta a significare che qui il prodotto è di primo livello, quindi è normale che Diamanti a tavola attiri appassionati ed esperti da ogni regione italiana”.
Una festa che coinvolge ogni esercente?
“Il supporto principale viene dall’Atam, ma sono tante le associazioni che hanno collaborato, una ventina. Sono state decisive per la riuscita”.
Il Palatuber? Ha fatto numeri importanti coinvolgendo i migliori chef del panorama marchigiano”.
Tartufai contenti?
“I prezzi, in parte, erano alti, ma questo significa che la qualità del prodotto è stata ottima. I tartufai sono stati tutti soddisfatti. Questo festival è una garanzia, ma bisogna approfittare del successo per riflettere sulla produzione del tartufo dei Sibillini. La grande siccità degli ultimi mesi intacca questo prodotto ed allo stesso tempo c’è una continua ed inesorabile perdita del suo habitat. A Regione, Comuni ed Unioni Montane chiediamo di intervenire in questo senso così da riportare nei siti di produzione condizioni ambientali idonee alla sopravvivenza del tartufo bianco”.
Dove di può migliorare?
“Vogliamo coinvolgere maggiormente le attività ristorative del luogo affinché promuovano sempre creazioni o pietanze a base di tartufo e magari inseriscano nel loro menu annuale dei piatti dedicati al nostro prodotto tanto amato ed apprezzato”.
Così si diventa davvero ‘città del tartufo’?
“Per Amandola è necessario che il ‘Tuber magnatum’ sia al centro della nostra promozione enogastronomica non solo durante Diamanti a Tavola, ma in tutti i mesi dell’anno. Noi ci stiamo lavorando, pensiamo all’iniziativa di Bruxelles al Parlamento Europeo e a quelle all’estero che verranno. Un modo per promuovere il tartufo, ma in realtà tutti i Sibillini”.