di Raffale Vitali
AMANDOLA – L’ultimo appello. Come sempre, un palco in piazza Risorgimento e a turno, per poco meno di un’ora, i candidati sindaco, e i loro componenti di lista, a cercare di conquistare gli ultimi indecisi. La piazza pian piano si riempie, bastano pochi minuti di microfono e casse accese per avvicinare le persone. È una sfida sentita, tra i bar si parla di vittoria per dieci voti, poi chi li prenderà nessuno lo sa. Se c’è una cosa che accomuna tutti è la ricerca del voto dei giovani, chi perché si è presentato come il ‘candidato dei’, chi perché ne ha tra i 12 della squadra.
LISTA 1
Ad aprire è Amandola Veramente di Lando Siliquini. Ma a rompere il ghiaccio è chi non ha problemi con il palcoscenico, la candidata Giulia Morici. “Siamo una squadra”. Si alternano, ognuno porta il suo contributo fino ad arrivare al ‘possibile’ sindaco, che aspetta il suo turno appoggiato al bordo del palco, con in mano alcuni foglietti, gli appunti raccolti dopo una intensa campagna elettorale tra i quartieri. “Fiducia per portare a compimento quanto programmato potendo contare su basi solide e forti” è una delle frasi. La strategia è far palare solo alcuni, i ‘pezzi da novanta’, come Vittori, Bernabei e prima del candidato sindaco il giovane più ambito, Valerio Tidei che ha come compito il “condurre la squadra fino alla fine del campionato per vincerlo”. Alle 2138 il microfono è nelle mani di Lando Siliquini, completo blu e cravatta.
“Vedo sindaci di paesi amici e questo mi fa piacere, lavoreremo insieme” esordisce. L’eloquenza non è il suo punto forte, ma anche per questo ha lasciato spazio ai ‘consiglieri’. “Sono il collante di un gruppo eterogeneo. Alla base di tutto c’è la disponibilità ad accogliere le richieste dei cittadini e l’impegno a rispondere”. Rivendica l’irraggiungibile capacità nel campo della sanità, ma anche il fatto che la lista rappresenta più anime politiche “con l’unico partito ufficialmente con me che è Forza Italia”.
A conferma di quanto detto, il suo intervento è tutto sulla sanità. “Tre gli edifici da recuperare: il vecchio ospedale, con una parte recuperata e un’altra, quella nuova, di cui non si conoscono destinazione fondi. Poi abbiamo la struttura intermedia e il nuovo ospedale voluto e finanziato dalla regione, nessun comune lo avrebbe potuto fare. Il centrosinistra aveva messo una bella cifra, ma non bastavano i soldi ed è arrivata l’attuale amministrazione. Ora dobbiamo recuperare le specialità e l’attrattività, come ai tempi di Domenico Baratto senior”.
Un suo obiettivo è portare Pneumologia ad Amandola, rendendola così polo di riferimento provinciale, e rafforzare la medicina territoriale, inclusa quella veterinaria, per arrivare fino “alla nascita di una casa di riposo”. La chiosa è semplice: “Una squadra così competente fa invidia a città più grandi di Amandola. Accendiamo i nostri cuori per Amandola”.
LISTA 2
A salire è Amandola 2030 con Adolfo Marinangeli. L’inizio è scenico, Marinangeli, in jeans e giacca, chiama tutti a compattarsi, un cerchio e le mani che si uniscono, come si fa prima di una partita di basket o rugby. È il segnale che vuole subito mandare, ‘non comando solo io’. Ma al microfono ci va il sindaco uscente: “Grazie ai cittadini per la presenza e la partecipazione”. È chiaro: “Vogliamo proseguire il cammino positivo degli ultimi dieci anni che ha cambiato la città” prosegue chiamando poi i consiglieri a intervenire, partendo da quello che è stato il suo partner più fedele, Annessi.
Mentre parlano i compagni di viaggio, si mette dietro tutti, dimostrando che ha studiato al meglio ogni movimento sul palco. Si parla di Europa, non a caso visto che ad Amandola è nata la European Summer School: “Casa mia è l’Europa” ribadisce Sciamanna, uno dei 12 che vuole continuare il percorso cambiando solo alcuni protagonisti, ma non il leader. Gli applausi non mancano, il gruppo Amandola 2030 su questo s’è organizzato meglio. Se Siliquini ha puntato tutta sulla sanità, qui ci pensa l’infermiera del PPI. Spazio poi al giovane del gruppo, l’ex baby sindaco Starnoni che ovviamente si rivolge ai giovani “che hanno bisogno di spazi, ma anche di luoghi di formazione e di un convitto. La locomotiva è pronta a partire”.
Sono le 2225 è il momento di Marinangeli, del vero comizio, che parla di futuro. “Amandola deve crescere e sognare”. Non è facile per lui non parlare di quanto fatto, delle opere pubbliche “che cambiano la città”. E così, ecco l’ospedale: “L’unico ospedale del cratere realizzato è il nostro. Contro molti sindaci del territorio, e anche alcun cittadini, abbiamo puntato sulla nuova struttura. Ora è il sogno di tutti noi, a Pian di contro, il posto migliore, anche se vene criticato. Ora lo vogliamo operativo con tutti servizi sanitari e su questo massima saranno determinazione impegno”. Non dice altro sulla sanità, “se non che ‘Medicina’ andava aperta ed è ferma nelle mani della Regione”, ci aveva già pensato Siliquini. Di certo i due, dopo il voto, dovranno collaborare. Si toglie molti sassolini il sindaco, parlando di malelingue che invece si ritrovano un bilancio sano che permette di supportare il commercio e il sociale.
Il futuro sono molti spazi da recuperare, progetti come Sibillini Romantici insieme a tanti comuni per valorizzare anche un hub turistico come San Ruffino. Inevitabile parlare ‘dell’Amandola isolata’ che gli viene rinfacciata, “dell’essere un decisionista”. Ed è una cosa che non gli fa male, lo rivendica: “Se lo sono stato è per il bene di Amandola. E ora mi ripresento dopo dieci anni di amministrazione senza mai una crisi, forti di capacità che faranno crescere Amandola. E lo faremo insieme, sono pronto a mettermi in discussione” conclude il candidato Marinangeli lasciando sul tavolo il nuovo palasport, un parcheggio multipiano sotto piazza Garibaldi, un palazzo per la cultura, un nuovo museo del tartufo. “Parliamoci di fronte e collaboreremo, tutte le liste”
LISTA 3
Piergiorgio Lupi, il giovane ma non certo inesperto tra i candidati, con Amandola di Nuovo chiude la serata dei comizi. “Un onore vedere la piazza piena al termine di an bellissima campagna elettorale che ha dimostrato quanto gli amandolesi amino la loro città e vogliano partecipare”. Parte dal nome: Amandola di nuovo. “E’ un inno ad innamorarsi di nuovo della città”. Sceglie lo stile Marinangeli, è lui a gestire l’ora a disposizione. “Ho un gruppo che darà il massimo e porterà Amandola nel futuro, con fiducia”. In prima fila si raggruppano giovani, gli applausi sono tanti.
Ha una idea chiara di come amministrare la città. “Non è un rapporto differenziato tra amministrazione e cittadinanza, ma paritario”. Punta sul dialogo: “Non temiamo le critiche e le diversità di vedute, sono una risorsa, sono idee”. Parla braccio, è l’unico. E per queto si prende le sue pause. “Noi saremo la coperta sulle spalle di chi vorrà impegnarsi e valorizzeremo chiunque cercherà di contribuire”.
Sa parlare, cambia tono, sembra un altro rispetto al confronto in televisione di pochi giorni prima. Rivendica la ricchezza del programma: “Vogliamo valorizzare i prodotti locali e renderli un perno del centro storico”. Immagina un sociale cucito su misura partendo dalle necessità.” Il passato nessuno lo mette in dubbio noi vogliamo amministrare il futuro, i prossimi cinque anni. Noi valorizzeremo i servizi”. Ed è qui che Lupi inizia a dare parola ai suoi 12, tutti protagonisti, partendo dal patto di comunità e usando anche una parola dagli altri dimenticata, la Cultura “che ci evita l’ignoranza”.
Si chiude così ‘ufficialmente ‘ la campagna elettorale, è tempo di votare, fino alle 23 di domenica e poter così incidere, con il voto, nel futuro della città dei Sibillini.