È evidente a tutti ormai che la comunicazione gioca un ruolo chiave. In ogni situazione. Ancora di più di fronte all’emergenza. Comunicare significa innanzitutto connettere. Perché se le persone non possono parlare, in una realtà che è fatta di piccoli paesini, spesso gruppi di case isolate, tutto si complica.
Normalmente, quando si parla di ricostruzione, ci si limita a ragionare sulle mura. Si pensa alla casa, alla chiesa, all’ospedale, al rifugio in mezzo alle montagne, alle ordinanze. E quante ne firma Legnini. Tanto che la comunicazione, oggi, è segnata dai dati che vengono snocciolati e riportati senza una reale riflessione.
Anche perché ricostruire non significa solo aprire cantieri, ma andare oltre quel muro e creare momenti di rinascita reale, portando lavoro oltre che servizi, che viaggiano anche sulla fibra. Ma è chiaro che non può fare tutto il commissario Legnini, come è evidente a tutti che non ci riesce Diego Della Valle, che predica nel deserto sociale dei grandi imprenditori.
Certo, se invece di perdere cinque anni si fosse rimessa a nuovo davvero la Salaria, se invece di parlarne fossero partiti i lavori per la Pedemontana, se invece di farne tema da campagna elettorale si fosse dotato anche il Fermano di un asse mare monti, oggi tutto sarebbe più, facile. Ci sarebbero meno alibi per investire nel sud delle Marche.
Ma che ci crediate o no, la vera sfida è mettere nuovi ripetitori per far sì che i cellulari abbiano sempre segnale. Devono volerlo le compagnie telefoniche, ma soprattutto la politica. Che chiede asfalto ma non si preoccupa di chi, anche con l’arrivo della telemedicina, non riuscirebbe neppure a chiamare la guardia medica, figuriamoci un cardiochirurgo.
E tutto questo mentre in America la Apple, come ha anticipato Stefano Parcaroli (Med Store) durante il Forum Ambrosetti, sta per lanciare un telefono che parla direttamente con i satelliti. Siamo indietro, tecnicamente e mentalmente. Il turismo, in cui tutti vedono il nuovo petrolio, si costruisce con le strade e la bellezza, ma in primis con la comunicazione. Quella che tra mare e monti è più lenta di un trattore sulla Faleriense.