*Emozionato, ho avuto più volte la fortuna di incontrarlo, l'ho sempre ammirato per la sua attitudine di trovare un contatto tra le alte sfere della chiesa e il cuore della gente. La sua grande rivoluzione è stata quella di riuscire a parlare a tutti, come pochi.
Conosceva la natura umana, la sofferenza e la fragilità. La prima volta, quando per pochi secondi i nostri sguardi si sono incontrati, ho capito che la sua missione va portata avanti giorno per giorno: in un mondo che cerca l'effimero e l'apparenza in una società iper competitiva come quella che ci circonda, quante persone non ce la fanno? Chi pensa a loro?
Papa Francesco ci pensava e aveva a cuore i più deboli e ora che la malattia ha scosso il mio corpo rendendolo più fragile capisco ancor di più la grandezza di Francesco.
C'era anche un altro aspetto che mi fa piangere la sua perdita. I potenti della terra magari per un legittimo interesse di tutela della propria nazione sembrano porsi in una pericolosa contrapposizione gli uni agli altri, quella di Papa Francesco era l'unica voce che aveva a cuore l'umanità intera. Una luce nel buio e ci mancherà per questo.
*Giovanni Allevi