FERMO - C’è un mondo che non lavora, non cerca un posto, non sa cosa fare. Anche per questo cresce il tasso di disoccupazione del 5,5% a fronte del 3,6% di quello di occupazione.
Su un totale di 260.000 inattivi, solo il 12% è in condizione di rientrare nelle forze di lavoro, in quanto disponibili anche se non cercano lavoro o alla ricerca ma non immediatamente disponibili. Restano indietro ben 227.000 inattivi che non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare: 134.000 donne (59%) e 93.000 uomini (41%). “Dati che confermano una problematica di genere non in via di risoluzione” commenta Rossella Marinucci, segretaria Cgil Marche.
“L’Italia ha il tasso di inattività più alto di tutta l’Unione Europea (44,1%) e le Marche con il loro 40,4% non possono rimandare un intervento mirato. Questi uomini e queste donne, di età diverse, hanno diritto ad una opportunità: le politiche attive del lavoro, finanziate dai fondi europei, partendo dalla comprensione delle cause che determinano questa condizione di inattività, devono efficacemente rimuoverle.
Bisogna fare le scelte giuste nei tempi giusti e intervenire per abbattere queste disuguaglianze, anche nell’accesso alle opportunità lavorative” conclude la Marinucci, ricordando che nelle Marche in un anno i disoccupati in un trimestre sono aumentati di duemila, da 44 a 46mila paragonando il 2021 al 2022.