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Allarme della Valdaso: canali di irrigazione a secco, susine e pesche a rischio. Marconi: "Colpa dell'Enel, va riaperta la diga di Gerosa"

26 Luglio 2022

PEDASO - Emergenza idrica, caldo asfissiante e l’assessore regionale Aguzzi si mobilita. “Il 2 agosto la Regione chiederà lo stato di emergenza al governo. Quel giorno riuniremo il comitato di emergenza e scaturirà la richiesta. In difficoltà soprattutto pesarese e maceratese, dove gli allevamenti hanno necessità di essere abbeverati, da qui l’utilizzo di autobotti.

Ma nel Fermano, soprattutto lungo la Valdaso, la zona green delle Marche, non va meglio. La denuncia arriva da Coldiretti Ascoli fermo e il suo presidente Armando Marconi: “La siccità continua a danneggiare la produzione ortofrutticola della Valdaso mettendo a rischio l’intero raccolto. Manca l’acqua nei canali di irrigazione”. E questo per un motivo ben preciso: “Il problema della mancanza d’acqua nel reticolo irriguo è causato dalla non regolarità con cui l’Enel gestisce l’acqua di rilascio dalla diga di Gerosa” tuona il numero uno della Coldiretti.

Il consorzio di bonifica intima all’Enel di interviene, la Coldiretti supporta l’azione del presidente Netti: “In questi giorni in Valdaso si dovrebbero raccogliere pesche, susine, pomodori, zucchine, fagiolini, peperoni, melanzane e tra poco anche le pere, ma le piante sono in evidente stress idrico e le previsioni di resa sono drammatiche. Desta ancor più preoccupazione, inoltre, l’imminente messa a dimora delle orticole autunno-vernine che, senza acqua ad agosto (la fase del trapianto è proprio quella più critica), non potranno crescere e produrre; ma gli agricoltori hanno già investito nell’acquisto delle piante e qualcuno sta pensando di buttar via tutto, risparmiando almeno i costi di trapianto”.

La soluzione rapida è la riapertura della diga, quella strutturale, invece, prevede “il completamento dell’impianto a pressione in bassa valle (e più precisamente da Moresco ad Altidona per la sponda a sud del fiume e da Montefiore a Pedaso per la sponda a nord del fiume) per un totale di circa 9 chilometri”.

Il progetto c’è. “Un impianto a pressione non è una spesa ma un investimento perché evita lo spreco di acqua derivante dalla dispersione, dall’evaporazione e dall’inutilizzo (poiché se non utilizzata, l’acqua viene riversata in mare) e consente maggiore possibilità di accumulo. Basti pensare – conclude Marconi – che l’acqua introdotta nel sistema di scorrimento è il doppio di quella immessa nell’impianto a pressione ma in bassa valle ne arriva meno della metà"

Questo tipo di ammodernamento infrastrutturale non soltanto ridurrebbe i costi di manutenzione e di pulizia del reticolo irriguo "ma consentirebbe di aumentare le superfici coltivate generando nuovi insediamenti ulteriori posti di lavoro e garantendo ai consumatori la possibilità di acquistare prodotto locale".

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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