FERMO - Da cinque a quattro aliquote con i redditi più alti che dovrebbero pagare di più. La normativa nazionale sarebbe dovuta diventare anche regionale, ma la decisione presa è un’altra. Come denuncia il consigliere Dem Fabrizio Cesetti ma come confermano anche forze politiche della maggioranza. Che è stata poco coinvolta sulle scelte della Giunta, tanto che per far arrivare oggi la questione in aula si è presa la responsabilità il presidente Dino Latini, non essendoci stati i numeri in Commissione la settimana scorsa.
Il presidente di commissione, il forzista Marinelli, ha presentato un emendamento per aumentare l’aliquota ai redditi più alti, aumentando insieme le agevolazioni alle fasce più deboli. Questo per cambiare quanto deciso dalla Giunta, che arriva in ritardo rispetto alle altre regioni che già da febbraio hanno preso provvedimenti.
“Dati alla mano, con la proposta di legge sull’adeguamento dell’addizionale regionale Irpef alla nuova normativa nazionale che andrà in discussione in consiglio martedì prossimo, la giunta regionale ha ridotto di un punto la tassazione solo per i redditi più alti, quelli oltre i 75 mila euro, mentre ha lasciato inalterate le aliquote per le fasce fino a 50 mila euro, in cui rientrano la gran parte dei contribuenti e che comprendono anche le categorie con reddito più basso. Chi pagherà di più, invece, grazie all’aumento di due punti di tassazione, saranno le fasce di redditi tra i 50 e i 55 mila euro. L’assessore al Bilancio Guido Castelli è un novello Robin Hood al contrario, altro che riduzione della pressione fiscale nella nostra regione. Tra l’altro, le decisioni assunte dalla giunta regionale sono in assoluta controtendenza, sia rispetto alle disposizioni del governo Draghi, sia rispetto alle scelte operate da altre regioni, comprese alcune amministrate dal centrodestra come l’Umbria” tuona Fabrizio Cesetti che da assessore al Bilancio aveva tenuto l’aliquota al minimo, 320 euro contro i 410 della media nazionale.