FERMO – Cresce il peso dell’agroalimentare a ogni livello. È un fattore per l’economia, lo è per il turismo, non poteva che diventarlo per Confindustria Fermo.
L’associazione si è strutturata con la nuova sezione guidata da Graziella Ciriaci, l’imprenditrice che guida l’omonima azienda di salumi. “Mancava da troppo tempo una vera rappresentanza in questo settore. Il food, in ogni sua forma, è in crescita. La sezione, appena nata, ha al suo interno aziende che si occupano di vino, di freddo, di carni, di pesce, di ogni tipo di alimento. E siamo solo all’inizio” sottolinea soddisfatto il presidente di Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani.
Il piano di azione della Ciriaci è ampio e articolato. “Siamo una voce del Pil, ma soprattutto siamo un simbolo del nostro territorio e della nostra cultura. L’agroalimentare non è solo produzione, ma identità e tradizione” riprende l’imprenditrice.
Che è consapevole di potenzialità e limiti delle imprese associate e delle tante che spera di attirare in futuro. “Abbiamo prodotti legati a denominazioni di origine protetta o certificazioni di qualità, ma soprattutto una biodiversità che altri territori ci invidiano, arricchita da imprese familiari con tradizioni che si tramandano da generazioni. Dobbiamo però risolvere alcune debolezze come la frammentazione delle aziende che rende più complicato l’ingresso nei mercati tradizionali e l’innovazione dei processi produttivi e distributivi”.
L’attività associativa potrà aiutare gli imprenditori a crescere: “Dall’Europa arrivano ingenti risorse, veicolate poi dalla regione, per ambiti differenti. Ci sono delle priorità di investimento e di questo – ribadisce Graziella Ciriaci – parlerò con i vertici della regione marche: la transizione verso un’agricoltura biologica e a basse emissioni, l’acquisto di tecnologie che digitalizzano la filiera e favoriscono le tecniche di precision farming”.
Tante idee, progetti e azioni concrete per la sezione Agroalimentare, che si occuperà anche del sostegno all’internazionalizzazione e della formazione dei giovani per farli crescere come agricoltori e come imprenditori.
Una parola chiave è quindi ‘sinergia’. “Siamo produttori, trasformatori e distributori, nelle Fermano abbiamo una vera filiera, dobbiamo consolidarla” prosegue la presidente che per riuscirci, in accordo con Luciani, punterà anche sulla formazione: “Dobbiamo trasferire alle imprese le competenze necessarie per affrontare le sfide dell’innovazione e della sostenibilità”.
Dai vini pregiati alle produzioni casearie, passando per le carni, l’olio e i prodotti da forno, la provincia si distingue per la varietà di offerta. “Ogni prodotto è il pezzo chiave di un tassello più ampio che è il turismo enogastronomico, l’oro delle realtà locali. Sappiamo che la maggior parte delle imprese sono piccole, proprio per questo è utile Confindustria che porta una cultura imprenditoriale differente, fatta di collaborazioni e reti che se attuate potranno solo far crescere l’agroalimentare” conclude Luciani.
Chiara Fermani