MARCHE - Sono 868, nel Fermano, le aziende agricole "rosa". Un trend in calo, secondo i dati elaborati da Coldiretti Marche, che parlano, a livello regionale, per i primi sei mesi di quest’anno, di una contrazione del 2,4%, contro l’1,5% di quelle maschili. Per l’associazione di categoria, il motivo è da ricercare nella “multifunzionalità” delle donne.
«Agrinido, agriasilo, attività sociali e agriturismo – spiega Coldiretti – sono tutti settori bloccati dal lockdown, a differenza dell’agricoltura classica che, tra coltivazione, allevamento, produzione e vendita, ha garantito gli approvvigionamenti alimentari alle famiglie». Il primato marchigiano di aziende agricole “rosa” attive va a Macerata (2045), seguita da Ancona (1832), Pesaro (1391), Ascoli (1069) e Fermo (868). In tutto, 7.205 imprese (il 28% del totale, in linea con i dati nazionali), con una donna su cinque che, nelle Marche, ha scelto di lavorare in campagna.
E sarà proprio una marchigiana a rappresentare le donne europee nell’evento internazionale organizzato dall’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori, che si terrà domani in Spagna. Si tratta di Francesca Gironi, responsabile di Coldiretti Donne Impresa Marche e seconda viceresponsabile del comitato femminile del Copa Cogeca, il comitato delle organizzazioni professionali agricole. Chiudono le aziende e aumenta la povertà. Nella nostra regione le famiglie indigenti sono aumentate del due per cento. Durante il lockdown, sono state più di 41mila le persone assistite dalle associazioni di volontariato.
Dato che stride con quello dei diecimila obesi registrati nelle Marche nelle gli ultimi dieci anni. In diminuzione, invece, le persone sovrappeso (-2,6%). Contraddizioni sociali emerse, l’altro ieri, durante la Giornata mondiale dell’alimentazione, dedicata quest’anno agli “eroi dell’alimentazione”: agricoltori e operatori di filiera che, nel corso dell’emergenza sanitaria, hanno fatto sì che le famiglie non restassero senza cibo. Tornando marchigiani “oversize”, sono circa 148mila gli obesi e 440mila quelli in sovrappeso. In calo i salutisti, passati, in un anno, dall’84% all’82%.
«Anche nella definizione dei corretti stili di vita – spiega la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni – il ruolo degli agricoltori è determinante, perché parte dalla produzione di un cibo sano e a portata di tutti. Il riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio dell'umanità nasce proprio dalla qualità del cibo offerto nell'equilibrio delle proporzioni alimentari».
«I cittadini – prosegue Gardoni – vanno sempre più sensibilizzati a una spesa alimentare coscienziosa, perché ciò influisce anche sulla diminuzione delle patologie e della conseguente spesa sanitaria».