FERMO - L'aggressione al Personale Ast, avvenuta a Fermo, ha scosso tutto l'ambiente. Sul punto è intervenuto anche Michael Egidi, Segretario Generale FP Cgil Fermo.
"In merito all’aggressione subita ieri mattina da un’operatrice socio sanitaria dell’Ast di Fermo, come Funzione Pubblica CGIL esprimiamo tutto il nostro sconcerto per l’accaduto, ma non possiamo certo dichiararci sorpresi. Ciò che è avvenuto presso l’ambulatorio Oculistica alla dipendente dell’Ast di Fermo – a cui, indipendentemente della dinamica con cui si è arrivati al gesto violento, va la nostra massima solidarietà e vicinanza – sarebbe potuto accadere a qualsiasi altro o altra collega della stessa azienda, soprattutto in quei reparti sottoposti a una difficoltà e a un disagio continuo, sia per i carichi di lavoro eccessivi, sia per quanto riguarda il contesto in cui essi si trovano ad operare. Più volte infatti, negli scorsi mesi, avevamo avanzato alla Direzione Aziendale le nostre preoccupazioni di fronte a un’innegabile aggravemento dei comportamenti di un’utenza sempre più esasperata e che finisce per sfogare la propria frustrazione sul personale sanitario, arrivando anche a chiedere un protocollo ad hoc per il punto di primo intervento di Amandola".
Secondo Egifi "la causa della crescita di queste tensioni, che accomuna ogni territorio del nostro paese, è ben conosciuta e ricollegabile in particolare ai ritardi e alle difficoltà della popolazione di accedere alle prestazioni del sistema sanitario pubblico nei tempi auspicati.
Dal nostro punto di vista la soluzione non può però essere riconducibile all’inasprimento delle pene previste per chi sbaglia, o finanziare, come recentemente accaduto nella nostra regione, la videosorveglianza per oltre 2,2 milioni di euro. E’ necessario piuttosto creare le condizioni tali per cui ciò non si verifichi più: bisogna permettere al sistema pubblico di assumere il personale necessario".
"E' inimmaginabile - prosegue nell'analisi - che un’azienda sanitaria che da tempo sconta un gap di risorse economiche e umane nei confronti delle altre Ast della regione, debba continuare a garantire l’apertura di nuovi servizi (COT, PUA, allargamento OBI ecc) e approcciarsi addirittura all’apertura di due nuovi ospedali senza la garanzia da parte della Regione Marche di un finanziamento ad hoc per la propria dotazione organica.
La difficoltà di affrontare il lavoro quotidiano con tali numeri è talmente evidente che persino gli uffici risultano privi di quel personale che servirebbe a velocizzare tutti i passaggi burocratici ncecessari ad attivare graduatorie e reperire risorse per garantire il funzionamento dei servizi".
Ed infine conclude "Se vogliamo evitare dunque di ritrovarci sempre più spesso a esprimere solidarietà a chi subisce le ovvie conseguenze di un sistema che sembra intrappolato in un declino inarrestabile, serve un deciso cambio di rotta che solo la Giunta Regionale può garantire, restituendo alla sanità fermana la dignità che merita, partendo dalle risorse".