di Raffaele Vitali
FERMO - Que c'est triste Fermo Au temps des amours mortes. Que c'est triste Fermo quand on ne s'aime plus. On cherche encore des mots mais l'ennui les emporte. On voudrait bien pleurer mais on ne le peut plus”.
Non me ne vorrà Charles Aznavour se ho osato cambiare la città, da Venezia a Fermo. Ma per la sindaca che amava il francese, la donna che ha avuto la forza e il piglio di guidare il capoluogo della neonata provincia, si può fare.
Addio Nella Brambatti, 71enne con davanti tanta voglia di vivere ma un corpo minato alla base. Addio a una idea di politica che era fuori moda già dieci anni fa, quella fatta di principi ferrei e difficili da rimettere in discussione.
Addio Nella, coraggiosa donna capace di affrontare anche il male più infido, quello scoperto dopo un banale incidente.
Addio Nella e al tuo turbante che con orgoglio hai portato con te per anni, senza battere ciglio, tenendo quella postura perfetta anche quando in pasticceria ci salutavamo di fronte a un dolce.
Addio Nella, che hai saputo con dignità uscire di scena da una carriera politica senza fare polemiche, quando tanto avresti potuto dire, a cominciare da quelle firme dal notaio.
Addio Nella, primo cittadino in una città che ha un’anima molto maschile.
Addio Nella, sindaca senza paura che ha sfidato anche il mondo nebbioso della Fermo potente, quella degli appalti e delle dubbie varianti.
Addio prof, perché alla fine quello era il tuo vero mondo, fatto di libri, di lezioni, di insegnamenti, di pochi compromessi e di qualche rigidità di troppo, ma questo lo sapevi.
Addio Nella e scusaci, perché tanto avresti potuto dire e invece abbiamo scelto di non farti parlare, più preoccupati di quel che avresti detto che di quel che avremmo tutti appreso.
“C'est trop triste Fermo au temps des amours mortes; c'est trop triste Fermo quand on ne s'aime plus”. E tu Fermo l’hai amata davvero. Addio.