ASCOLI PICENO – Si è spento Amos Ciabattoni, classe 1929. È morto a Roma, a 95 anni, dopo una vita vissuta sempre in primo piano tra politica, moda e giornalismo, senza mai dimenticare la città di Ascoli dove era nato.
È stato il braccio destro dei politici più potenti, mente sopraffina, uno dei primi a capire il valore del made in Italy. Dirigente nazionale della Democrazia Cristiana negli anni ’50, per 13 anni segretario particolare di Tupini, prima da sindaco di Roma e poi al ministero, è l’uomo che ha dato forza alla Camera della Moda su indicazione dell’allora ministro dell’Industria, Emilio Colombo.
Per vent’anni è stato segretario generale dell’ente che ha strutturato le politiche del fashion italiano in giro per il mondo. Questo fino agli anni ’80, quando, dopo aver portato più volte il premier Andreotti ad Ascoli, decise di cambiare vita dedicandosi all’editoria e al mondo della pubblicità, dimostrando ancora una volta la sua visione del futuro e la capacità di leggere i tempi.
Ha pubblicato molti saggi su De Gasperi e i grandi protagonisti della scena politica e sociale, ha tenuto splendidi dibattiti al circolo cittadino di Ascoli, ha curato numerose pubblicazioni.
Tra le tante, ha scritto la post fazione nel libro ‘Cronista da marciapiede’ che ha visto protagonista Bruno Squarcia, suo grande amico e giornalista di riferimento per un secolo nel Piceno. Un testo che chiudeva così, citando Sant’Agostino: “Non abbiate paura, questo non è un mondo vecchio che si conclude, ma un nuovo mondo che ha inizio”. Senza Amos, ma con il suo profondo pensiero.
Nella foto: Amos Ciabattoni con Gianni Letta, Bruno Squarcia e Raffaele Vitali alla presentazione del libro “Bruno Squarcia - Cronista da marciapiede”